Gallarate, in corteo per difendere il bosco di via Curtatone dalle ruspe: “Cassani, giù le mani”

In duecento alla marcia contro il taglio delle piante che il sindaco leghista vuole effettuare a tutti i costi per realizzare il nuovo polo scolastico. Lunedì mattina saranno installate le fototrappole

La marcia è partita alle 16,30 da piazza Giovanni XXIII, il piazzale della Stazione

La marcia è partita alle 16,30 da piazza Giovanni XXIII, il piazzale della Stazione

Gallarate, 15 settembre 2024 – Un corteo pacifico, a tratti allegro, tanti slogan. "Sarà una manifestazione pacifica e gioiosa”, avevano promesso gli organizzatori. E così è stato. In duecento si sono messi in marcia questo pomeriggio a Gallarate, per dire “no” alla distruzione del bosco di via Curtatone, dove il Comune vuole realizzare un nuovo polo scolastico coi fondi europei e regionali per la rigenerazione urbana. La marcia di protesta ha mosso i suoi primi passi intorno alle quattro e mezza del pomeriggio dal piazzale della Stazione. Il traguardo? Ovviamente via Curtatone, dove ad aspettare residenti ed esponenti dei comitati cittadini e ambientalisti c’erano “gli abitanti del bosco”, quelli cioè che da un paio di mesi hanno deciso di trascorrere notte e giorno all’interno del bosco, alcuni addirittura sugli alberi. “Cassani, giù le mani!”, è stato uno degli slogan più gridati. Il primo cittadino leghista di Gallarate non poteva del resto non finire nel mirino. Da quando, lo scorso luglio, è partita la protesta contro il taglio degli alberi, il sindaco si è sempre dimostrato risoluto e indisponibile alla benché minima concessione. E questo pomeriggio è stato al centro anche di qualche colorito insulto. “Il polo scolastico in quell’area si farà – le sue parole –. C’è un progetto esecutivo già appaltato, è nei progetti della Giunta e ci sono dei fondi per milioni di euro stanziati e degli impegni presi”.

La consigliera regionale Paola Pizzighini del Movimento Cinque Stelle
La consigliera regionale Paola Pizzighini del Movimento Cinque Stelle

La battaglia è anche legale

Il comitato tuttavia non demorde. Ha già presentato due esposti e chiesto alla Procura della Repubblica di valutare se, nella distruzione del bosco – già avviata visto che le ruspe erano già entrate in azione – si configuri il reato di danno ambientale (nonostante il Parco del Ticino, chiamato a esprimere un parere, abbia paradossalmente dato il suo assenso). "Non saranno i poteri politici e nemmeno le minacce a fermare la nostra protesta”, è uno dei gridi di battaglia dei comitati ambientalisti. Il mondo politico appartenente alla galassia ecologista e di centrosinistra sta dando loro sostegno. Alla manifestazione di oggi c’erano i consiglieri Carlo Monguzzi (Comune di Milano) e Paola Pizzighini del Movimento Cinque Stelle alla Regione Lombardia, oltre alla presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto. “Tutti parlano della necessità di disasfaltare, e depavimentare e qui tagliano 15mila metri quadri di bosco – dice Monguzzi – Che ci sia tanta gente che la domenica pomeriggio si mobilita per una causa giusta ti allarga il cuore". Mentre diversi genitori dei ragazzi che oggi frequentano i quattro plessi scolastici di Cajello e Cascinetta, che sarebbero sostituiti dal nuovo polo didattico, hanno espresso perplessità e critiche: “Le scuole attuali sono comode e vicine nei rispettivi quartieri: sarebbe stata una scelta più intelligente ristrutturarle e lasciare il bosco intatto”.

L'intervento delle forze dell'ordine lo scorso 5 agosto dopo l'incursione degli ambientalisti per fermare le ruspe
L'intervento delle forze dell'ordine lo scorso 5 agosto dopo l'incursione degli ambientalisti per fermare le ruspe

Il conto alla rovescia in vista del 15 ottobre

Ambientalisti e residenti hanno ottenuto dal prefetto di Varese Salvatore Pasquariello – che sulla questione, vista la mobilitazione crescente e le numerose proteste, aveva riunito prima il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza e poi, l’11 settembre, organizzato un “tavolo di mediazione” con tutti i soggetti coinvolti – che le ruspe rimangano ferme fino al 15 ottobre per salvaguardare la fauna presente in quest’area di due ettari. La data del 15 ottobre è quella entro cui, da regolamenti regionali e comunali, si conclude la nidificazione. Nessun intervento dell’uomo può essere previsto prima di quella scadenza. Anche la presidente di Legambiente Lombardia aveva chiesto di “allontanare il taglio del bosco dal periodo in cui ancora fauna e avifauna potrebbero essere alle prese con le ultime cucciolate, e di verificare la presenza di animali nel bosco a rischio al momento dell’eventuale taglio”. Il nodo della fauna presente, ricchissima e diversificata sostengono gli ambientalisti forti di appositi studi al riguardo, è quello da sciogliere. Per questo domani, lunedì 16 settembre, ci sarà il sopralluogo già previsto e organizzato dal “tavolo di mediazione” per collocare delle fototrappole e compiere così una valutazione oggettiva e super partes degli animali che qui trovano riparo.