
Per oltre sei decenni simboli di eccellenza. Sacrificato per ridurre gli esuberi in origine. .
Un pezzo di storia industriale varesina giunge al termine. Venerdì chiuderà il reparto di progettazione dei frigoriferi nello stabilimento ex Whirlpool di Cassinetta. Il sito da aprile 2024 porta il marchio di Beko Europe: con la nuova proprietà i sindacati hanno siglato questa primavera un accordo quadro presso il Mimit, in seguito ad una vertenza durata diversi mesi. Per Cassinetta l’intesa ha permesso di ridurre il numero di esuberi previsti in origine, circa 800. Le uscite saranno 450 e su base volontaria. Scongiurata anche la chiusura delle linee produttive, che avrebbe messo a rischio l’intera fabbrica e un indotto di 6.000 lavoratori. Lo stabilimento andrà avanti dunque, ma non può passare in secondo piano l’addio ad un reparto che ha fatto la storia dell’industria locale e non solo. Lo sa bene chi tra queste mura ha trascorso anni di lavoro e che ora guarda indietro con un po’ di emozione e nostalgia.
È il caso di Salvatore De Caprio, ex dipendente di Whirlpool che ha affidato i suoi pensieri ad un post diventato virale su Facebook. Centinaia le condivisioni della sua testimonianza che ripercorre il passato di Cassinetta e in particolare di uno dei reparti più iconici dell’industria italiana. Qui sono nate innovazioni che hanno segnato la storia del freddo domestico. "Un centro – racconta – che, per oltre sei decenni, ha rappresentato molto più di un ufficio tecnico. Era un simbolo di eccellenza, creatività e orgoglio". Poche altre realtà erano capaci di fare concorrenza a Whirlpool.
"Eravamo forti e lo sapevamo. Il direttore ce lo diceva spesso: “Siamo la prima progettazione frigoriferi d’Europa” - e a quei tempi, significava essere i primi al mondo. Non era solo orgoglio aziendale, era verità tecnica". Il racconto prosegue tra i ricordi di tecnologie d’avanguardia e numeri record come i 2 milioni e mezzo di pezzi prodotti all’anno in Italia. De Caprio sottolinea l’importanza della squadra. "Dietro ogni brevetto, c’erano persone. E in particolare nel reparto di progettazione frigoriferi c’era un senso di appartenenza raro". Quindi l’inevitabile sguardo al presente così diverso. "È la fine di un’era. Si spegne la progettazione frigoriferi. Ma non si spegne la dignità di chi l’ha costruita, difesa, fatta crescere".