
Un volo Alitalia a Malpensa
Malpensa (Varese), 10 luglio 2015 - Trasferire da Fiumicino a Malpensa i voli intercontinentali di Alitalia in attesa della sistemazione del Terminal 3 dello scalo romano devastato da un incendio nella notte tra il 6 ed il 7 maggio scorso. Un aeroporto in cui, dati dell’Istituto superiore di sanità, sono state rilevate presenze di diossina molto elevati. Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale delle liberalizzazioni nelle infrastrutture e trasporti Onlit, sui disagi che inevitabilmente si registrano a Fiumicino, spiega che «ritardi e cancellazioni sono quotidiani per i passeggeri e hanno interessato i voli dello scalo di Fiumicino. Molti voli sono stati dirottati nel vicino Ciampino.
La stessa cosa potrà accadere per tutto il periodo della stagione estiva, qualora si decidesse di procedere rapidamente alla bonifica del Terminal 3. L’incendio del 7 maggio scorso ha sprigionato la temutissima diossina. Per uscire in fretta da questo grave stallo, che riguarda la salute di passeggeri, addetti del terminal e operatività dello scalo, la struttura del ministero dei Trasporti non deve chiedere chiarezza, come ha fatto in questi giorni, ma deve fare chiarezza a partire dall’avvio della bonifica del gate D del Terminal 3. Il ministero deve ora valutare l’ipotesi di trasferire i voli intercontinentali di Alitalia a Malpensa che, semivuota, potrebbe ospitare i voli nel periodo di ristrutturazione del terminal 3 di Fiumicino».
Per Balotta una navetta Fiumicino Malpensa «assicurerebbe il minor disagio possibile. Ci voleva il responso dell’Istituto Superiore della Sanità per fare chiarezza sull’entità dell’inquinamento da diossina nel terminal 3 di Fiumicino, bruciato il 7 maggio scorso. I limiti di diossina registrati sono 30 volte superiori al consentito. Dopo il lungo rimpallo di responsabilità si ridelineano le prospettive operative del maggiore scalo intercontinentale italiano. Si sono persi due mesi nel ping pong di analisi dell’aria di società private che davano valori nella norma e analisi degli enti pubblici che davano valori elevati sull’inquinamento della porzione di aeroporto interessata dall’incendio. Ciò è stato possibile perché il gestore aeroportuale considera l’aeroporto un ambiente industriale, mentre per i responsabili dell’Istituto Superiore della Sanità lo scalo non è un luogo solo di attività industriale, ma dove si offrono e svolgono anche servizi alle persone». In questo periodo lo scalo ha avuto una limitazione operativa ed un netto calo di passeggeri in transito: un fattore che ha provocato non pochi disagi agli utenti e alle compagnie.