
Un'operazione dei militari dell'Arma contro lo spaccio di droga nei boschi del Varesotto
Castiglione Olona (Varese), 13 luglio 2024 – È stato identificato l’extracomunitario ferito a coltellate nella notte tra venerdì e sabato scorsi in un bosco di via Rosselli, a Castiglione Olona, zona di spaccio. Per l’accoltellamento, accusati di tentato omicidio e di altri tre reati, in carcere ci sono due carabinieri, uno in servizio alla Compagnia di Luino, l’altro a Malnate, entrambi immediatamente sospesi dall’Arma. La vittima è un marocchino di trent’anni, ancora ricoverato all’Ospedale di Circolo di Varese, dove era arrivato in condizioni molto gravi dopo il ferimento. Il nordafricano non aveva documenti, pertanto ci sono voluti giorni per identificarlo, ma ora ha un nome. Non appena sarà possibile, poiché è stato sottoposto a due interventi chirurgici, sarà ascoltato dagli investigatori che sono al lavoro per fare piena chiarezza sulla vicenda. Ci sono infatti ancora aspetti importanti su cui sono in corso approfondimenti, e la testimonianza della vittima dell’accoltellamento potrebbe fornire elementi fondamentali alle indagini. Per tentato omicidio sono dunque in carcere i due carabinieri arrestati nel pomeriggio di sabato: uno nel corso dell’udienza di convalida ha spiegato di essere stato aggredito e di aver reagito, l’altro dopo il fermo aveva detto al pubblico ministero di essere intervenuto in difesa del collega.
Il punto sulle indagini
Le indagini proseguono: per entrambi i militari all’accusa di tentato omicidio si sono aggiunte come ipotesi di reato la rapina aggravata, il sequestro di persona e il porto abusivo d’armi. Da quanto emerso e reso noto dalla Procura di Varese "i due militari, nella serata del 5 luglio, liberi dal servizio e in assenza di ordini da eseguire, avrebbero chiesto poche ore prima dell’aggressione a una pattuglia della stazione dei carabinieri di Castiglione Olona, in servizio in quel territorio, di allontanarsi per evitare di far scoprire la loro presenza, apparentemente finalizzata ad accertare l’esistenza di possibili bivacchi o di spacciatori di sostanze stupefacenti nei boschi adiacenti". Ma non era vero, perché entrambi i militari erano appunto fuori servizio e resta tuttora da chiarire il motivo per cui si trovassero in zona. Ora le indagini potranno trovare un nuovo spunto dalla testimonianza del marocchino.