"Mille giorni dal rogo, attendiamo ancora giustizia"

Il verdetto sul maxi rogo alla Torre dei Moro a Milano sarà emesso il 14 giugno, sette anni dopo l'incendio della Grenfell Tower di Londra. Le famiglie chiedono giustizia mentre gli imputati sostengono la non prevedibilità dell'evento. Responsabilità contestate a costruttori e aziende coinvolte nella progettazione e realizzazione delle facciate.

"Mille giorni dal rogo, attendiamo ancora giustizia"

"Mille giorni dal rogo, attendiamo ancora giustizia"

La decisione sul rinvio a giudizio o il proscioglimento degli imputati per il maxi rogo che ha distrutto la Torre dei Moro in via Antonini arriverà il prossimo 14 giugno, casualmente una data simbolica perché ricorre il settimo anniversario dell’incendio della Grenfell Tower di Londra, dalla dinamica analoga. Oltremanica ci furono 72 morti mentre a Milano, fortunatamente, non ci sono state vittime ma le famiglie sono rimaste senza una casa e da allora chiedono giustizia. "Sono trascorsi mille giorni dall’incendio delle nostre case – spiegano i condomini, parti civili – e non si è ancora conclusa l’udienza preliminare. A sentir parlare le difese sembra quasi che i colpevoli siamo noi, cercano tutti di scaricare le proprie responsabilità".

Il difensore di uno dei progettisti imputati ha sottolineato in aula che "il progetto era stato vagliato più volte dai Vigili del fuoco e nessuno aveva riscontrato anomalie". Ha sostenuto, nel chiedere il non luogo a procedere per il suo assistito, che quel rogo fu un "evento eccezionale e non prevedibile" e che all’epoca del progetto "c’era una scarsa informazione sulla prevenzione antincendio". Richieste di non luogo a procedere sono state avanzate anche per le posizioni di altre persone fisiche e aziende che rischiano il processo per responsabilità, a vario titolo, nell’incendio divampato il 29 agosto 2021, distruggendo la torre di 18 piani. Tra i 17 imputati i costruttori della Moro Real Estate, società committente e venditrice degli appartamenti, sei responsabili di Zambonini spa, che si occupò dei lavori delle "vele" della facciata, il legale rappresentante e l’export manager di Alucoil, il colosso spagnolo produttore dei pannelli che rivestivano il grattacielo. Alucoil si dice estranea a responsabilità nel montaggio dei pannelli forniti alla ditta, che secondo la posizione dell’azienda avevano regolari certificazioni. Il maxi rogo, secondo le indagini del pm Marina Petruzzella scoppiò per una serie di "macroscopici vizi di progettazione ed esecuzione" delle facciate, dettati anche da un risparmio dei costi.

Andrea Gianni