Busto non dimentica Sei pietre d’inciampo ora ricordano i deportati nei campi di sterminio

Sono state collocate in via Magenta all’ingresso del parco dell’industria

Busto non dimentica  Sei pietre d’inciampo  ora ricordano i deportati  nei campi di sterminio

Busto non dimentica Sei pietre d’inciampo ora ricordano i deportati nei campi di sterminio

di Rosella Formenti

Sei pietre d’inciampo per ricordare i deportati nei campi di sterminio nazisti, collocate in via Magenta all’ingresso del parco Comerio: sono dedicate a Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia, operai della Comerio Ercole deportati nel 1944 nel campo di sterminio di Mauthausen per aver fomentato uno sciopero. Arconti, Gallazzi e Cucchetti non fecero ritorno a casa.

Mazzon morì qualche tempo dopo il suo ritorno per gli stenti subiti nel campo.

L’altro giorno la cerimonia per la posa delle pietre, organizzata dall’associazione Noi della Comerio Ercole 1885 a cui hanno preso parte il sindaco Emanuele Antonelli con il vice prefetto Fabio De Fanti, la presidente del Consiglio comunale Laura Rogora l’assessore Daniela Cinzia Cerana, alcuni consiglieri, il presidente dell’azienda Riccardo Comerio, molti rappresentanti delle associazioni, tra cui Anpi, Alfredo di Dio e CGIL, gli studenti dell’Istituto Acof che hanno letto alcuni brani tratti dalle cronache dell’epoca, e i parenti dei deportati.

"Le pietre d’inciampo - ha detto il sindaco - dovranno ricordarci sempre dell’obbligo che abbiamo, noi amministratori per primi, di essere esempio di attenzione agli altri, di ricordarci che le azioni positive ispirano sempre comportamenti positivi, di ricordarci delle persone che hanno lottato per un futuro migliore, di ricordarci che il mondo del lavoro non si celebra solo un giorno all’anno".

Infine - si è concluso così il discorso del primo cittadino - dobbiamo ricordarci "che la violenza non è mai accettabile: è un male contro cui siamo tutti chiamati a reagire, come hanno fatto coloro che sono stati deportati e molti altri di cui non conosciamo il nome ma hanno sofferto la stessa sorte".

Dall’altro giorno gli operai deportati della Comerio sono ricordati con le pietre d’inciampo, un monito a "non dimenticare".