Alta tensione dietro le sbarre. Due detenuti creano il caos: "Devastato un altro reparto"

Busto Arsizio, i sindacati degli agenti di Polizia Penitenziaria: "Situazione esplosiva da tempo"

Alta tensione dietro le sbarre. Due detenuti creano il caos: "Devastato un altro reparto"

Alta tensione dietro le sbarre. Due detenuti creano il caos: "Devastato un altro reparto"

BUSTO ARSIZIO (Varese)

Alta tensione nella Casa circondariale di Busto Arsizio. Su quanto è avvenuto l’altro giorno nella struttura in via per Cassano fa sapere Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "Due detenuti di nazionalità straniera, assegnati in Sezione ordinaria “chiusa“, hanno, con bastoni rudimentali, devastato il corridoio del Reparto, utilizzando anche un idrante". Non solo: "Hanno minacciato per più di un’ora di uccidere chiunque entrasse e solo verso le 17 l’emergenza è rientrata". Quanto alla situazione dei due detenuti, fa sapere ancora Greco "uno dei due doveva scontare il 14 bis, articolo dell’Ordinamento penitenziario volto alla tutela di particolari esigenze di sicurezza legate al comportamento dei detenuti come concretamente verificato nel corso della detenzione, ma gli è stato revocato ad inizio gennaio. Ancora una volta grazie al personale di Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio si è ripristinato l’ordine e la sicurezza nell’istituto". Purtroppo, denuncia il segretario regionale del Sappe " ormai quello che quotidianamente accade negli Istituti del Distretto penitenziario lombardo non fa più notizia, le aggressioni che avvengono pressochè quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’Amministrazione Penitenziaria". Pertanto "il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria annuncia che saranno messe in atto concrete forme di protesta finchè l’Amministrazione non fornirà i mezzi e le soluzioni affinché il problema venga risolto". Il sindacalista esprime solidarietà al personale di Polizia del carcere.

Rosella Formenti