Wanna Marchi prima influencer italiana: scopri la serie Netflix

Cinque motivi per cui "Wanna" merita di essere guardata con attenzione

Impossibile essere "D'accordo", come recita una loro ormai famigerata locuzione, con Wanna Marchi e Stefania Nobile. Ma il dato di fatto è che la serie tv di Netflix dal titolo "Wanna" è ai primi posti della classifica streaming in Italia. E questo non solo per la notorietà dei protagonisti, ma anche e soprattutto perché "Wanna" racconta di un'Italia che nonostante sembri ormai scomparsa è strisciante e alberga nelle stanze, peraltro neanche più di tanto segrete, di ognuno di noi. Se ci si riflette Wanna Marchi non è stata altro che la prima vera influencer italiana. In fondo, cosa hanno di diverso le sue promesse di miracolosi "scioglipancia" o "bruciagrassi" rispetto ai codici sconto di beveroni più o meno dimagranti e rinvigorenti che campeggiano sui profili Instagram di influencer o pseudo tali? Se Wanna Marchi avesse deciso di fare anziché la teleimbonitrice la "web imbonitrice" non avrebbe forse utilizzato i social network così come ha usato la tv? E non avrebbe forse avuto, anziché centinaia di migliaia, milioni di seguaci? In fondo anche lei, così come gli influencer attuali, ha condizionato gusti e consumi di moltissime persone. Non che tutti gli influencer siano truffatori, come invece è stato stabilito dalla giustizia per Wanna Marchi, Stefania Nobile e il mago Mario do Nascimento, ma di certo le tecniche da imbonitori sono le medesime - o comunque molto simili - rispetto a quelle usate da Wanna e soci.

Cinque motivi per guardare "Wanna"

1. La parabola di Wanna Marchi. Da figlia di contadini a miliardaria - con le vecchie lire - nel giro di pochi anni. Impossibile non riconoscere il talento comunicativo di una donna che di fatto è stata la prima vera influencer italiana. Senza social network, ma solo con il passaparola prima e la tv successivamente. 

2. La nascita di un genere. Le televendite esistevano già - basti pensare a personaggi come Roberto da Crema, il mitico "baffo" che ancora oggi ha outlet in provincia di Milano -, ma è stata Wanna Marchi a renderle un vero genere televisivo a tutti gli effetti e a consentire uno sviluppo mai visto prima a questo settore. 3. L'Italia che fu. In questa serie Netflix c'è tutta l'Italia pre internet, l'Italia che non aveva modo di utilizzare chat, di consultare motori di ricerca e di mettersi in rete tramite i social network. Non l'Italia del passato, ma un'Italia che va ricordata perché è ancora nel dna di tutti gli italiani, anche dei giovanissimi di oggi che nel periodo di Wanna Marchi, Stefania Nobile e del Mago do Nascimento non erano neppure nati. 4. Un viaggio dentro se stessi. Perché, come spesso viene ribadito anche nel podcast "Love bombing" di Roberta Lippi, tutti siamo pronti a entrare in una setta. Nessuno di noi può considerarsi del tutto immune dai raggiri. Chiunque in un momento di difficoltà può cadere nella rete di chi propone una soluzione a problemi che razionalmente appaiono irrisolvibili a chi li sta vivendo.

5. Una storia di cronaca. E' interessante capire cosa c'era dietro ai raggiri, come si sono sviluppate le indagini e come si è arrivati dalla prima segnalazione, peraltro partita grazie a una signora di Solaro e alla solerzia di Striscia la Notizia, alla ricostruzione di migliaia di truffe.

Che fine hanno fatto Wanna Marchi e Stefania Nobile

Wanna Marchi e Stefania Nobile hanno scontato tutte le condanne e hanno pagato il loro debito con la giustizia. Oggi vivono fra Milano e l'Albania. In tanti hanno parlato di un "tesoro" di Wanna Marchi, forse nascosto proprio in Albania. La ex teleimbonitrice nella serie "Wanna" sostiene che l'unico tesoro che le appartiene sia la figlia Stefania, ma è lecito immaginare che di tutti quei miliardi di lire - solo con le attività "magiche" con do Nascimento i guadagni sarebbero stati di ben 61 miliardi - qualcuno sia stato portato da loro oltreconfine.