Chicago 7 vince i Sag e "prenota" gli Oscar

Il film di Aaron Sorkin che su Netflix racconta il processo agli attivisti contro il Vietnam

Due dei protagonisti

Due dei protagonisti

Washington - Il processo ai Chicago 7 ha vinto questa notte ai Sag, i premi assegnati via zoom dal sindacato degli attori americani e che spesso sono indicativi per la corsa agli Oscar (quest'anno il 25 aprile). Il dramma forense di Aaron Sorkin ha ricevuto l'Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture, mentre a Chadwick Boseman (Ma Rainey's Black Bottom) è andato postumo il premio come miglior attore. A bocca asciutta Nomadland di Chloe Zhao e la sua protagonista Francesc McDormand: il premio come migliore attrice è stato assegnato a Viola Davis (Ma Rainey's Black Bottom). Tra le serie tv doppio premio a The Crown - outstanding performance e miglior interpretazione femminile a Gillian Anderson, la Margareth Thatcher della quarta stagione. La Regina degli Scacchi Anya Taylor-Joy ha vinto per le miniserie. Doppio premio a Schitt's Creek, miglior serie comedy e miglior attrice comedy Catherine O'Hara.  

 

I protagonisti dell'epoca
I protagonisti dell'epoca

La trama 

Il processo ai Chicago 7 ("The Trial of the Chicago 7") è un film del 2020 scritto e diretto da Aaron Sorkin. La pellicola narra del processo ai cosiddetti Chicago Seven, un gruppo di attivisti contro la guerra del Vietnam accusati di aver cospirato per causare lo scontro tra manifestanti e Guardia Nazionale avvenuto il 28 agosto 1968 a Chicago in occasione delle proteste alla convention del Partito Democratico. Nell'agosto 1968 Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden, Rennie Davis, David Dellinger, Lee Weiner, John Froines e Bobby Seale (quest'ultimo fondatore delle Black Phanters) si preparano a protestare alla Convention Nazionale Democratica di Chicago.

Gli arresti e il processo

Cinque mesi dopo, tutti e otto vengono arrestati e accusati di aver incitato alla rivolta. John N. Mitchell, il procuratore generale, nomina Tom Foran e Richard Schultz come procuratori, mentre tutti gli imputati, tranne Seale, sono rappresentati da William Kunstler e Leonard Weinglass. L'avvocato di Seale non può partecipare poiché è ricoverato in ospedale, il che porta il giudice Julius Hoffman a insistere che Kunstler rappresenti tutti e otto gli imputati, proposta che viene ripetutamente respinta sia da Kunstler che da Seale. Il giudice mostra un significativo pregiudizio a favore dell'accusa e inizia a rimuovere i giurati sospettati di simpatizzare con gli imputati, accusando inoltre gli imputati e i loro avvocati di molteplici oltraggi alla corte. Al processo vengono chiamati a testimoniare numerosi agenti di polizia locale sotto copertura e vari agenti dell'FBI.

Riprese e budget

Le riprese del film sono cominciate nell'ottobre 2019 e si sono tenute a Chicago e nel New Jersey (a Paterson, Hoboken e nella Contea di Morris). Il budget del film è stato di 35 milioni di dollari, di cui 11 milioni per il cast. Originariamente, Paramount Pictures avrebbe dovuto distribuire il film nelle sale cinematografiche statunitensi. In seguito alla chiusura temporanea delle sale a causa della pandemia di COVID-19 negli Stati Uniti, il film è stato acquistato da Netflix nel giugno 2020 per 56 milioni di dollari.

Verso gli Oscar

Il film ha ottenuto queste candidature per la serata che si terrà il 25 aprile prossimo: miglior film, miglior attore non protagonista a Sacha Baron Cohen, migliore sceneggiatura originale ad Aaron Sorkin, migliore fotografia a Phedon Papamichael, il miglior montaggio ad Alan Baumgarten, migliore canzone per Hear My Voice (musiche di Daniel Pemberton, testo di Daniel Pemberton e Celeste Waite).

Black Panthers

L'organizzazione delle Black Panthers fu fondata ufficialmente a Oakland (California) nel 1966, per iniziativa di due ex-compagni di scuola, Huey P. Newton e proprio Bobby Seale. L’obiettivo dei due era di sviluppare ulteriormente il movimento di liberazione degli afroamericani fino ad allora pesantemente discriminati, socialmente, politicamente e legislativamente. Il movimento di liberazione stava conoscendo negli anni sessanta un rapido sviluppo grazie all’opera di attivisti come Malcolm X e Martin Luther King.

Tommie Smith e John Carlos a Messico 1968
Tommie Smith e John Carlos a Messico 1968

Olimpiadi di Messico '68

L'organizzazione delle Black Panthers finì alla ribalta in occasione dei giochi olimpici di Città del Messico nel 1968 quando i due velocisti neri Tommie Smith e John Carlos ricevettero le loro medaglie restando immobili sul podio  con pugni chiusi e mano guantata di nero, simbolo appunto della lotta del movimento per i ditritti degli afroamericani. Quella resta tutt'oggi una delle foto più iconiche della stroia dello sport.