Studiamo da saldatori. Undici stranieri imparano il lavoro: "Era il nostro sogno"

Codogno, all’istituto Ambrosoli il progetto promosso da Cpia e Tlab "Hanno imparato in fretta e dimostrano tanta precisione e accuratezza".

Allievi e docenti del corso per saldatori promosso a Codogno

Allievi e docenti del corso per saldatori promosso a Codogno

Si sta rivelando un successo il corso per diventare saldatori promosso dal Cpia (Centro per l’istruzione degli adulti) di Lodi insieme al progetto TiLab e ospitato presso l’officina dell’istituto di istruzione superiore Ambrosoli di Codogno: undici allievi stranieri tra i 17 e i 48 anni imparano un mestiere, tra l’altro molto richiesto dal mondo del lavoro, e aprono così una strada verso il futuro e una più completa integrazione. Tra i corsisti c’è ad esempio Moustafa, diciassette anni, arrivato in Italia tre anni fa e che sogna di imparare a usare il flessibile per costruire una barca. Oppure Bini Kouadio, invece, di ventinove anni e che vuole diventare un saldatore bravissimo per poter un giorno insegnare questo mestiere, magari ritornando a casa sua, in Costa d’Avorio. Poi c’è Carlos, trentanovenne argentino, arrivato nel Lodigiano da pochi mesi perché sua moglie è italiana. Il corso per saldatori è stato promosso anche grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia con l’obiettivo di sviluppare e far conoscere la formazione professionale nel Lodigiano. Attraverso un finanziamento del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), Cpia e TiLab sono riusciti ad avviare alcuni corsi di formazione nel Lodigiano, destinati a persone straniere. I corsi si caratterizzano perché uniscono diverse competenze: forniscono agli allievi le basi tecniche per alcune professioni, ma anche la lingua specifica che è necessaria per quell’attività lavorativa.

"Gli allievi hanno tra i 17 e i 48 anni e vengono da Togo, Marocco, Egitto, Costa d’Avorio, Argentina, Gambia, Senegal – racconta il dirigente scolastico del Cpia, Francesco Terracina -. Frequentano assiduamente e mi piace segnalare che sono davvero entusiasti. Per alcuni di loro è il lavoro dei sogni. E poi si sentono finalmente valorizzati, perché possono imparare qualcosa di concreto, che servirà al loro futuro e potrebbe consentirgli di trovare un lavoro e inserirsi al meglio". Lo conferma Amadou, che ha trentun anni e viene dal Senegal. "Ho lasciato il mio Paese per trovare una vita migliore e aiutare i miei genitori a casa - racconta - . Sono arrivato tre anni fa e ho fatto tanti lavori. Sono stato aiuto cuoco e magazziniere, ma la prospettiva di diventare saldatore mi sembra la più interessante e quando al corso di italiano del Cpia ne hanno parlato ho accettato con entusiasmo". Bouba, che ha 18 anni ed è originario del Gambia, sorride all’idea e scuote la sua testa piena di treccine. "In futuro mi vedo come un grande saldatore" dichiara. Moussa, ivoriano di 17 anni, arrivato in Italia da un anno e mezzo, mette a fuoco che si tratta del lavoro che sognava di fare anche da bambino. Per Vittorio Preite, docente dell’Iis Ambrosoli dove si tiene questo corso, gli allievi sono motivati e attenti.

"Temevano per la sicurezza, visto che lavorano su macchinari a temperatura di fusione di 1000 gradi, ma hanno imparato in fretta e dimostrano tanta precisione e accuratezza". Il successo di questo corso, che dura 200 ore e termina alla fine di questo mese, segue a quello di altri tre corsi avviati dal Cpia in collaborazione con TiLab. Anzitutto quello da cento ore di acconciatura e quello da cento ore di estetica e benessere tenuti al Calam di Lodi e poi il corso da 50 ore di sartoria, una vera novità per il territorio lodigiano.