Lo sciamano di Kasalpusterlengo "Famoso all’estero, ignorato a casa"

Marcello Maloberti ha esposto in mezzo mondo, dagli Stati Uniti all’Asia. "Ma qui nessuna proposta..."

Lo sciamano di Kasalpusterlengo  "Famoso all’estero, ignorato a casa"

Lo sciamano di Kasalpusterlengo "Famoso all’estero, ignorato a casa"

di Anna Mangiarotti

Appeso al cartello stradale che segnala Casalpusterlengo, l’artista visivo Marcello Maloberti ha dichiarato il suo attaccamento alla terra lodigiana, dove è nato nel 1966, a Codogno. E dove, a soli 4 chilometri di distanza, ha imparato a giocare, anche con l’arte ("gioco serio", precisa), a Kasalpusterlengo.

La “K” per rendere più esotico un posto conosciuto più che altro come centro di diffusione del Covid?

"Credo sia importante rimanere sempre stranieri, anche nei luoghi natii".

Al Comune di Codogno, infatti, un addetto della Segreteria del Sindaco ci ha detto candidamente "di non conoscere le sue opere". Che peraltro si trovano nella Deutsche Bank Collection...

"Mi ignorano. Eppure il mio paese lo porto dovunque, in America, in Germania: l’anno scorso ad Hannover, e a Bangkok, alla Biennale di Venezia... Amore non corrisposto. Almeno a giudicare dal fatto che non ricevo proposte".

Per le sue lettere d’amore, Maloberti, non ha però usato carta e penna. Né ha fatto lei stesso dichiarazioni d’intenti. Perché il Sindaco di Casalpusterlengo, Elia Delmiglio, a una nostra verifica, comunica che "pur lodando e apprezzando la fama artistica del Sign. Maloberti, non ricorda di aver ricevuto alcuna proposta (facendo una ricerca formale agli atti del Comune non risulta nessuna corrispondenza) per l’installazione di una sua opera. E rinnova la disponibilità alla collaborazione con l’artista".

Vuol farci credere di essere timido?

"Mi piace l’intimità, non l’intimismo, mi piace la provincia, non il provincialismo".

Suvvia, uno slancio d’entusiasmo da parte dello “Sciamano di Casalpusterlengo...“

"Mi sono così autoproclamato perché penso che oggi vi sia bisogno di un’arte che avvicini a una dimensione di estasi, di spiritualità... e ci avvicini, come vorrei avvicinare Codogno e Casale, realtà marginali: immagino un abbraccio di poesia, passione, entusiasmo, che le trasformi in museo. Un’installazione ad hoc, che sia narrazione e dialogo con il pubblico, e sogno...".

Giusto, inoltre, ricordare che il 30 agosto 2006, Sagra di San Bartolomeo, in occasione del Premio “Casale nel Mondo“, l’Amministrazione Comunale glielo ha conferito "in segno di ammirazione e di riconoscenza per l’attività artistica che ha contribuito ad accrescere il prestigio della Città di Casalpusterlengo". E il premio a quel tempo fu ritirato da sua madre Angela Bonvini.

"Con l’occasione mi è dolce ricordare pure la spensieratezza e l’ingenuità, stato d’animo prezioso, in cui sono nati, osservando ciò che avevo vicino, i miei primi lavori negli anni ’90, quelli con mia madre e mia nonna: magari vestite con una tovaglia da pizzeria a quadretti rossi e bianchi, in un’atmosfera a metà tra de Chirico e le contadine russe di Malevič ".

Sue muse sono sempre le dame âgée?

"Se si riferisce a Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, con la quale ho realizzato la mia ultima scritta al neon, collocata alla Stazione Centrale di Milano, per essere vista da tutti, all’esterno del Memoriale della Shoah, ebbene, sì, è la donna più meravigliosa che abbia conosciuto".

Con lei ha scritto “INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE”. Sul nostro giornale che pure ama fedelmente la provincia lombarda, cosa vorrebbe scrivere?

"SENZA SAPERLO LA NOTTE IMMAGINAVA IL GIORNO".