
L’allenatore di Castiglione d’Adda è retrocesso nonostante alcune buone prestazioni "Con più squadre equilibrate il nostro massimo campionato guadagnerebbe interesse".
Quello che si appresta a iniziare, dopo le vacanze estive, sarà il sesto anno consecutivo sulla panchina del Volley Talmassons, club friuliano. Leonardo “Leo” Barbieri, 57 anni, allenatore di pallavolo di Castiglione d’Adda, é reduce da una complicata stagione in serie A1 alla guida di una squadra neopromossa che in alcune occasioni ha sfiorato qualche colpaccio non sfigurando neppure contro formazioni di ben altra caratura, ma che alla fine ha dovuto però subire l’amaro verdetto della retrocessione. Società e tecnico hanno comunque deciso di comune accordo di proseguire il cammino insieme anche per la stagione 2025-2026 in A2.
Coach Barbieri, che bilancio traccia dell’ultima stagione in A1?
"La stagione non si é conclusa sicuramente nel migliore dei modi. Però considerando che eravamo una squadra “giovane” di un territorio “giovane” per la categoria nella quale sbarcava per la prima volta nella sua storia, l’aspetto positivo è la crescita. La consapevolezza di cosa vuol dire giocare in A1, la conoscenza di tutti i mezzi che servono per affrontare questo campionato costituisce però un buon bagaglio di esperienza per il futuro nel caso uno ci dovesse ritornare. Ecco, forse quest’anno non eravamo preparati come lo erano invece altre realtà".
Quali le difficoltà maggiori che ha riscontrato quest’anno?
"La difficoltà maggiore è stata che é venuto a mancare lo zoccolo duro dell’anno precedente. Nelle mie precedenti promozioni in A1, mi portavo sempre dalla A2 parte della squadra e in questo caso invece, a gennaio dell’anno precedente, la squadra é stata smembrata e ci sono venute a mancare le nostre prime quattro giocatrici. Noi ci eravamo mossi per rimpiazzarle in vista di una eventuale A2, ma poi cammin facendo ci siamo ritrovati in A1 e siamo stati un po’ spiazzati".
C’è qualcosa che l’ha sorpreso in particolare nelle “big” del campionato e non si aspettava?
"Dalle big nulla di nuovo. Non hanno un sestetto, ma due sestetti forti. É sotto gli occhi di tutti. Ecco, forse il campionato di A1 avrebbe bisogno di più imprevedibilità per diventare più appetibile. Oggi é un po’ troppo tutto scontato ed è logico che quando le cose sono imprevedibili aumenta l’interesse. Non è colpa di nessuno, ma oggi è un po’ troppo tutto scritto prima".
È stato confermato sulla panchina di Talmassons. Da dove si riparte e l’obiettivo sarà un immediato ritorno in A1?
"Con la società avevo già un altro anno di contratto, ma comunque abbiamo parlato. Abbiamo convenuto sul fatto che la squadra non era poi così pronta per la serie A1 e abbiamo deciso di andare avanti insieme dopo questi anni comunque di vittorie e di crescita. Non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti: quando sono arrivato era una società praticamente retrocessa salvata dal Covid. Da lì ci sono stati anni ricchi di vittorie ed é stata una escalation continua fino all’exploit della promozione dello scorso anno. L’idea è quella di riprovarci subito nella consapevolezza comunque delle difficoltà che ci sono nel vincere un campionato e senza dimenticare che nelle ultime due stagioni a vincere sono state le outsider. Però comunque il desiderio di risalire la società ce l’ha e ci proveremo con tutte le nostre forze. Ribadisco però che sappiamo che non sarà semplice".
Avete giá fissato la data del raduno?
"Sì, il raduno é fissato per il 20. Staremo dieci giorni a Lignano Sabbiadoro, poi ci trasferiamo due settimane a Ponte di Legno dove faremo anche un torneo di preparazione".
Nonostante alcune richieste arrivate da altri club, ha deciso di continuare la sua esperienza a Talmasson...
"Sì, ormai abbiamo raggiunto un livello organizzativo, gestionale ma anche di staff e di rapporto umano con la società che mi é sembrato bello continuare per provare subito la risalita".