
Un gruppo di giovani anima la scena dell’associazionismo locale con tante iniziative e voglia di fare. Luca Pacchiarini, portavoce del gruppo: "Vivere in provincia può essere noioso ma ci sono vantaggi".
"Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo, destinati a qualche cosa in più..." cantava Gino Paoli. Più o meno come gli amici (ma qui sono più di quattro, esattamente 15, tutti sotto i 28 anni) che hanno dato vita al Circolo del Porro, un collettivo di giovani lodigiani che ha cominciato a coltivare il sogno di risvegliare culturalmente la città. Luca Pacchiarini, è il portavoce del gruppo. "Non abbiamo un vero e proprio presidente", dice. Luca ha 24 anni, laurea in Comunicazione e un grande desiderio di fare il giornalista culturale.
Il nome dell’associazione è curioso, perchè l’avete scelto?
"Ci faceva ridere e c’è rimasto subito in testa. Così abbiamo pensato che sarebbe stato perfetto per farci conoscere. Ha funzionato".
Perchè avete avvertito la necessità di costituire l’associazione?
"Mancava una proposta adatta a chi ha 20 anni e coltiva interessi culturali. A noi piace la musica, il cinema, l’arte. E pensiamo che sia giusto avere stimoli sul territorio senza essere costretti ad andare a Milano, dove peraltro, ovviamente gravitiamo per lavoro e per studio. Quindi abbiamo cominciato a proporre delle jam libere che poi sono diventate jam jazz aperte a tutti. Adoriamo il jazz, e hanno funzionato tantissimo".
Il sogno del Porro?
"Fare un grande festival, con artisti nazionali e internazionali. Ci piacerebbe molto far suonare gli Swans, i Sun O))), i nazionali come Dj Gruff, Le Feste Antonacci, ma anche artisti più di nicchia ma che adoriamo, come gli Hate&Merda. Non ci interessa andare verso i nomi più noti, ma quelli che secondo noi sono interessanti sulle scene musicali più disparate. Il circolo del Porro è nato come gruppo informale nel 2019, ora siamo in 15. Ci siamo conosciuti durante una prima manifestazione pubblica sul clima. Abbiamo passioni in comune ma gusti diversi. E ci accomuna la volontà di portare a Lodi qualcosa che normalmente non arriva".
Come?
"Facendo rete tra le persone con passioni comuni. Creando eventi in cui conoscerci, favorirendo nuovi legami. La provincia è terribilmente noiosa, è una condizione da affrontare ma io ad esempio sono riuscito ad apprezzare Lodi, la qualità della vita è alta e anche se i pub sono pochi ci sono tanti piccoli vantaggi".
Che cosa vi manca?
"Uno spazio pubblico dove poterci incontrare che non sia il solito bar dove comprare qualcosa".