ANDREA TELARA
Vivere Lodi

Inizia l’era del ’deconsumismo’. Il risparmio nel carrello degli italiani: "Così difendiamo le famiglie"

Maura Latini, presidente di Coop Italia, sul Rapporto 2025 dedicato alla spesa e agli stili di vita: "Il timore per l’instabilità mondiale cambia priorità e abitudini, per noi un dovere tutelare il potere d’acquisto".

Maura Latini, presidente di Coop Italia, sul Rapporto 2025 dedicato alla spesa e agli stili di vita: "Il timore per l’instabilità mondiale cambia priorità e abitudini, per noi un dovere tutelare il potere d’acquisto".

Maura Latini, presidente di Coop Italia, sul Rapporto 2025 dedicato alla spesa e agli stili di vita: "Il timore per l’instabilità mondiale cambia priorità e abitudini, per noi un dovere tutelare il potere d’acquisto".

C’era una volta un’Italia più spensierata di oggi, quella che negli anni recenti aveva mostrato un ottimismo quasi caparbio. Oggi, invece, il sentimento dominante è la preoccupazione. È questo il dato che emerge dall’anteprima del Rapporto Coop 2025–Consumi e stili di vita degli italiani, presentato a Milano. L’indagine è stata illustrata da Albino Russo, direttore generale di Ancc–Coop che ha messo in evidenza un dato: quasi quattro connazionali su dieci (39%) confessano di guardare al futuro con timore, percentuale raddoppiata rispetto al 2022, in un contesto globale instabile tra guerre, tensioni geopolitiche e un’economia che arranca. La paura del domani, però, non si traduce soltanto in rinuncia o chiusura. Al contrario, gli italiani mostrano di voler rimettere al centro i valori. Pace e diritti civili diventano una priorità per il 64% degli intervistati, la lotta a fame, povertà e violenze di genere ottiene il sostegno del 55%, mentre un lavoro dignitoso e la riduzione delle disuguaglianze sono richieste dal 62%.

"Il quadro complesso e magmatico del Rapporto Coop ci impone di non perdere la rotta intrapresa – le parole di Maura Latini, presidente di Coop Italia –. Il compito primario della cooperazione è stare al fianco delle famiglie, tutelare il loro potere d’acquisto e garantire qualità e sicurezza. Il cibo per noi è bene e non una semplice merce. Gli italiani sono idealisti e pragmatici, proprio come la nostra policy". Se il portafoglio pesa, anche i consumi cambiano pelle. La spesa complessiva delle famiglie è cresciuta appena dello 0,5% in cinque anni e oltre metà del budget se ne va tra bollette, trasporti, casa e cibo. Così, il risparmio resta il vero faro degli acquisti per almeno il 42% del campione. Ma non si tratta soltanto di stringere la cinghia: a essere rimessa in discussione è l’essenza stessa della società dei consumi. L’ostentazione non interessa più, lascia spazio al piacere delle esperienze. Si compra solo l’indispensabile, si riparano gli oggetti, cresce il fascino dei beni di seconda mano. Persino la tecnologia, che resta il settore più solido con acquisti per 16,5 miliardi negli ultimi dodici mesi (+1,2%), non è più un terreno di gratificazione: gli italiani scelgono ciò che è utile. Non a caso gli smartphone venduti calano di 2 milioni di unità rispetto al 2022. È in corso una trasformazione che, per Domenico Brisigotti, direttore generale Coop Italia, ha implicazioni dirette sul mercato: "La polarizzazione sociale è un dato di fatto. La domanda resta debole e la ricerca di risparmio è destinata a intensificarsi. Per questo rafforziamo la strategia sulla nostra marca privata e sulle promozioni, con risultati concreti: le vendite Coop crescono più del mercato (+0,8% rispetto alla media del commercio al dettaglio) e il giudizio dei consumatori migliora". C’è inoltre un ambito che resiste, anzi si rafforza: il cibo. Non tanto al ristorante, dove la spesa cala del 2,2% nella prima metà del 2025 e un italiano su tre dichiara di voler uscire ancora meno nei prossimi mesi. Il cuore del consumo alimentare torna a essere la casa, con il carrello della spesa che cresce a valore (+3,8%) e a volume (+2%). Guidano i comparti fresco, frutta e verdura in testa. Ma soprattutto cresce a ritmo dieci volte superiore rispetto alle carni il consumo di sostituti vegetali delle proteine animali.

Eppure, nonostante l’inflazione alimentare italiana sia stata più contenuta che nel resto d’Europa (+29% dal 2019 a oggi contro il +38,5% medio dell’Unione Europea), il prezzo resta un problema. Gli italiani continuano a cercare convenienza: non tanto nei discount, cresciuti di poco (+1,8% a volume), quanto nei supermercati tradizionali (+2,7%). Una tendenza che per Ernesto Dalle Rive, presidente di Ancc-Coop, ha un significato che va oltre i consumi: "Le cooperative affrontano con serietà la fragilità sociale e l’insoddisfazione per il lavoro. Con quasi 60mila dipendenti, stiamo lavorando su politiche di welfare, conciliazione vita-lavoro ed efficientamento delle strutture. Se si aprirà un confronto col governo, saremo pronti a proporre soluzioni".

Andrea Telara