Sublime Agostino da Lodi. Il primo omaggio a Brera

La vita tra Lombardia e Veneto, il maestro Leonardo da Vinci, l’originalità. Mostra per svelare un artista che creò il proprio stile in un’epoca di giganti.

Doppio Ritratto, uno dei capolavori riconosciuti del maestro Agostino da Lodi conservato tra i gioielli della Pinacoteca di Brera

Doppio Ritratto, uno dei capolavori riconosciuti del maestro Agostino da Lodi conservato tra i gioielli della Pinacoteca di Brera

Un pittore sublime, attivo dal 1490 circa al 1515 circa, nell’orbita di Bramantino, sulla scìa dei modi di Leonardo da Vinci e Giorgione. Ma con un linguaggio tutto suo, lavori e spostamenti continui tra la sua amata Lombardia e il Veneto, fino a diventare una delle fondamentali fonti della diffusione delle novità milanesi a Venezia.

Sei secoli dopo, arriva lo strameritato tributo al grande artista. A Milano. Con la nuova stagione espositiva della Grande Brera, "un hub culturale, con proposte di straordinario valore e qualità", come ha scandito il direttore Angelo Crespi illustrando il palinsesto di iniziative in programma tra la fine del 2025 e il primo semestre del 2026, tenute insieme da un "ideale filo rosso che collega l’arte antica a quella contemporanea passando per i linguaggi del digitale e le esposizioni bibliografiche". Sarà un lungo percorso che da settembre 2025 alle soglie dell’estate 2026 porterà a scoprire maestri del passato, in primis proprio Giovanni Agostino da Lodi, autore attivo nella prima metà del 1500, le cui opere saranno inserite nel contesto della Pinacoteca di Brera.

L’esposizione, la prima dedicata al lodigiano, è a cura di Maria Cristina Passoni e Cristina Quattrini; il comitato scientifico è composto da Alessandro Ballarin, Francesco Frangi, Mauro Natale, Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini, Edoardo Rossetti, Marco Tanzi.

"La sua formazione avviene presumibilmente a Milano fra la fine del nono e l’ultimo decennio del Quattrocento – si legge nella nota di accompagnamento che fa da anteprima alla mostra –, a contatto con Bramante e Bramantino per proseguire a Venezia dove vede la luce la prima opera documentata, la pala per l’altare della fraglia dei barcaioli nella chiesa di San Cristoforo della Pace a Murano, ora in San Pietro Martire, realizzata dopo il 25 marzo 1492. Durante il primo decennio del ’500 l’aggiornamento su Leonardo — evidente anche nella tecnica dei rari disegni — fa pensare che sia occasionalmente tornato in patria, al tempo stesso è uno dei pittori più profondamente toccati dal secondo soggiorno veneziano di Dürer fra 1505 e 1507. Nel 1510 e nel 1511 Agostino da Lodi è documentato a Milano, dove sembra risiedere in modo stabile e dove, nonostante poche notizie e poche opere, pare godere di prestigio, lavorando per cantieri artistici di primo piano come la chiesa di Santa Maria della Pace e la Certosa di Pavia. In quest’ultima fase il suo stile si fa più monumentale e si avvicina alle opere coeve di Bramantino e al leonardismo di Marco d’Oggiono".