Renato torna sul palco con Cochi "E appena posso salgo su, al lago"

Pozzetto tra ricordi indelebili e la passione per l’arte della comicità (e non solo) che non l’ha mai lasciato "Non dimentico le origini. Sbarcai qui nel 1942, quando bombardavano Milano, mi sento figlio della guerra"

Migration

di Chiara Zennaro

"Attore, regista e saltimbanco" si legge sulla sua pagina Facebook, anche se Renato Pozzetto è molto di più: esordisce a Milano insieme all’amico di una vita e compagno in scena Aurelio Ponzoni, in arte Cochi, ed è uno dei volti più importanti del cabaret e del cinema italiano. Pozzetto nasce a Milano nel 1940, ma a due anni è costretto a trasferirsi con la famiglia a Gemonio, sponda varesotta del lago Maggiore, verso la Svizzera, per sfuggire ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Qui la famiglia Pozzetto conosce quella del futuro compagno di Renato, Aurelio Ponzoni, in arte Cochi, con cui fonderà il duo comico Cochi e Renato nel 1964, e con cui esordirà all’Osteria dell’Oca. Storica anche l’amicizia con Enzo Jannacci, che partecipò a famosi sketch con Cochi & Renato, e con Giorgio Gaber. Non solo cabarettista, ma anche attore: nella storia le sue interpretazioni ne “Il ragazzo di campagna” del 1984, “Lui è peggio di me” con Adriano Celentano, fino al ruolo drammatico per la sua ultima interpretazione sul grande schermo in “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati, del 2021.

Oggi Pozzetto, insieme a Cochi, è coinvolto nella realizzazione di spettacoli leggeri e cabaret da Matteo Forte, direttore artistico del teatro Lirico dedicato all’amico Gaber. Anche se il successo l’ha portato spesso a stare a Milano e in giro per l’Italia, Pozzetto non ha mai abbandonato il “suo“ lago Maggiore, dove ama tornare ogni volta che può e dove ha ristrutturato e aperto un locale, la Locanda Pozzetto, a Laveno Mombello con una splendida vista sul lago.

Lei è nato a Milano ma ha trascorso un periodo della sua infanzia sulla riva lombarda del lago Maggiore. È ancora legato a questi luoghi e come?

"Io sono sbarcato dalle parti del lago Maggiore nel 1942-43, quando bombardavano Milano. Sa, io sono figlio della guerra. Allora mio padre ha portato via dalla città tutta la famiglia e siamo andati lì per evitare altri bombardamenti. Lo ritengo un luogo speciale, appena posso ci torno. Ho una casa grande, dove mi piace trascorrere la primavera e l’estate. Ora sono a Milano, ma credo che andrò “su“ nei prossimi giorni".

A Laveno Mombello c’è anche una locanda che porta il suo nome.. Locanda Pozzetto

"È un posto speciale perché ha una vista eccezionale sul lago, da cui dista 500 metri. È un luogo indipendente, lontano dalla strada e dalle auto, c’è un bel prato, si mangia bene, perché il tutto è manovrato da un bravissimo cuoco, che cucina benissimo, e ci sono dieci camere".

C’è un suo luogo del cuore?

"Quando ero più giovane giravo molto in moto. Mi spingevo sulle strade che percorrevano tutte le montagne e i posti sulla riva del lago. Mi ricordo che arrivato a un certo punto da una parte si vedeva Laveno, dall’altra parte - di fronte a me - la riva piemontese, dall’altra parte invece c’era la Svizzera".

Ed è sulla riva del lago che lei ha potuto fare la conoscenza di un suo caro amico, Cochi.. "Sì, i miei genitori sono diventati amici di quelli di Cochi quando ci siamo trasferiti sul lago: avevo circa due anni. Io non mi ricordo di quel momento, perché ero molto piccolo. Le nostre famiglie si sono avvicinate già da allora, le mie sorelle più grandi avevano più o meno la stessa età di quelle di Cochi, per questo sono diventate amiche. Questa amicizia poi si è prolungata nel tempo e di recente sono andato a vederlo a teatro, all’Elfo Puccini, dove si è esibito con “Le ferite del tempo”".

Lei invece ha nuovi progetti?

"Io mi sto dando da fare: sono stato chiamato per l’apertura del teatro Lirico, bellissimo teatro storico di Milano, costruito più o meno quando è stata costruita la Scala. Poi durante la guerra è stato nel mirino dei bombardamenti. Oggi è amministrato da un mio caro amico, Matteo Forte, che mi ha coinvolto in una collaborazione nella scelta di spettacoli di cabaret e in altri di spettacolo leggero. Oggi all’interno del teatro ci sono due ristoranti, un posto di gran lusso!".

Come sarà tornare sul palco?

"Sarà bellissimo, però io mi devo allenare un po’. Ci sarà un’orchestra che accompagnerà me e Cochi. Inizieremo quando lui finirà l’impegno nell’altro teatro. Debutteremo tra un mese".