Scoiattolo raddoppia: nuovo stabilimento, etica e sostenibilità

La ricetta dei fratelli Di Caro, fedeli alle radici: acqua, farina, uova. Il segreto? I valori di famiglia

I fratelli Di Caro

I fratelli Di Caro

Serve sempre riavvolgere il nastro dei ricordi: aiuta a capire la strada fatta e ad intuire quella ancora da fare. E questo spiega la devozione con cui i fratelli Massimiliano e Matteo Di Caro parlano di nonno Umberto, geometra perennemente in trasferta, e di nonna Ebe, emiliana doc, a quei tempi predestinata a impastare acqua, farina e uova per realizzare tortellini e ravioli che presto avrebbe imparato a vendere in una bottega a Venegono Superiore, dandole un nome – "Scoiattolo" – simpatico quanto fortunato. Che storia! Quarant’anni dopo, quella piccola iniziativa imprenditoriale è diventata un brand da 51 milioni di fatturato, con una produzione di pasta fresca che viaggia a 75 tonnellate al giorno, senza mai perdere il suo “mood famigliare“. E nel 2023, per ricordare tanto anniversario, il Raviolificio del Varesotto farà come ha sempre fatto: altre ricette e nuove idee. Perché nel voluminoso stabilimento di Lonate Ceppino "crescere" è un imperativo. Per posizionarsi sempre meglio sul mercato (oggi 1,7% a quota valore e 2,1% a volume) ma anche per farlo con un imprinting figlio di questi tempi: attenzione alla sostenibilità, rispetto dei consumatori e capacità di coinvolgere nella visione aziendale tutto il personale, oggi attestato sulle 120 dipendenti, con punte di 150 nei mesi-clou. Lo si intuisce ascoltando i due fratelli mentre duettano nel celebrare le "radici", quelle che sono lì a ricordarti chi sei, da dove vieni e dove stai andando. E allora c’è posto per tutti. Per i nonni, certo. Per gli zii, Giancarla Belletti, responsabile dell’Amministrazione, e Giuseppe Guerra, direttore dello stabilimento. Per la cugina Valentina, responsabile del personale. E, ovviamente, per papà Aquilino e mamma Annamaria, che non hanno mai smesso di esserci nella vita dell’azienda, avendo comunque l’accortezza di evitare il paternalismo, perché adesso al posto di comando ci sono i due fratelli, ruoli diversi e complementari: Massimiliano, 35 anni, direttore generale; e Matteo, 33, un ruolo nell’export che lo sta portando in giro per il mondo. Perché è a livello globale che si gioca il successo del marchio, con i classici a fare da traino, puntando su ingredienti italiani e sul rifiuto di conservanti aggiunti, tra l’estro creativo della linea “Gli sfizi di Gusto“ (specialità più gettonata Perline con Parmigiano Reggiano Dop) e quella Vegana, quella tradizionale e quella senza glutine. È ormai una vera case history quella dello "Scoiattolo", con i suoi 10mila metri quadrati di stabilimento che presto diventeranno 20mila grazie ad un secondo sito produttivo con raddoppio della capacità aziendale. Con un effetto positivo per un’azienda iper-tecnologica che ci tiene a conservare aspetti artigianali. E con un segnale per il territorio: il nuovo polo che nel 2024 affiancherà quello già esistente sarà realizzato con materiali fotocatalitici per la decomposizione degli agenti inquinanti e il miglioramento dell’aria. Massimiliano e Matteo ne parlano come di un modo del "Vivere Scoiattolo". Perché il mercato non lo conquisti con un marketing aggressivo. Ma con l’affidabilità. E la coerenza.

Paolo Galliani