Lucia, l’enciclopedia del volley

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di Fulvio D’Eri

Lei è l’enciclopedia del volley, una giocatrice capace di “fare di tutto”, di essere competitiva in ogni ruolo. Una giocatrice completissima e unica, capace negli anni d’oro di essere spesso e volentieri ingiocabile (chiedere a Piacenza). Lei è Lucia Bosetti, nata a Tradate, provincia di Varese, il 9 luglio del 1989 e icona della pallavolo italiana ancora sulla breccia dopo un paio di anni costellati, purtroppo, da alcuni infortuni piuttosto gravi dai quali si è saputa però riprendere alla grandissima.

Lucia, cresciuta nell’Orago, nel suo palmares può annoverare tre scudetti in Italia, uno in Turchia, due Coppe Italia, una Coppa di Turchia, una Supercoppa italiana, una Supercoppa turca e una Champions League.

E con la nazionale italiana, tra gli altri trofei, un argento mondiale, un oro e un bronzo europei, una fantastica Coppa del mondo.

Lucia, praticamente, è nata con un pallone di volley in mano… figlia di Franca Bardelli, ex giocatrice con 93 presenze in nazionale e poi allenatrice, e Giuseppe Bosetti da Albizzate, allenatore che ha guidate anche la nazionale maggiore. Una famiglia immersa nel volley. "Mia mamma allenava le giovani del minivolley e io quindi da sempre ho “mangiato” volley – racconta con orgoglio Lucia –. Nessuno mi ha forzata, da subito mi è piaciuta molto la pallavolo e da lì è incominciata la mia grande avventura in questo mondo".

Quando ha capito di poter diventare una pallavolista professionista?

"È stata una crescita costante: ogni anno ci sono stati dei passi avanti importanti, ogni stagione c’era maggior consapevolezza, finché questo bellissimo sport pian piano è diventato anche la mia professione".

Perché una bimba o un bimbo oggi dovrebbe avvicinarsi al volley?

"In generale, credo che ogni giovane dovrebbe praticare sport, una scuola di vita. Lo sport, oltre ad essere un gioco e quindi gioia, è anche aggregazione. E il fatto che ci siano delle regole è un fattore molto importante, perché così si impara a rispettarle. E questo serve poi nella vita di tutti i giorni. Lo sport è anche grande divertimento. I genitori dovrebbero invitare i figli a far sport, magari al posto di stare lì tutto il giorno con telefonino e computer. A volte la pigrizia, purtroppo, prende il sopravvento".

Ritorniamo alla famiglia. Lei ha due sorelle e un fratello: Caterina è un’ottima giocatrice, una delle “anime“ di Novara. Qual è il rapporto tra di voi?

"Bellissimo, è quello classico tra sorelle, abbiamo anche litigato, ci sono alti e bassi come in tutte le famiglie ma siamo molto legate. Sono contenta che stia facendo bene a Novara e che sia una dei perni della nazionale italiana".

Poi c’è Chiara, la più piccola. "Sì, anche lei è una pallavolista, grazie ad una borsa di studio è volata negli Stati Uniti per frequentare il college. Ormai è via da quattro anni, ha concluso il suo percorso oltre Oceano…. Mio fratello invece gioca a calcio".

Il futuro?

"Non ci penso, non sto pensando nemmeno all’anno prossimo, c’è una stagione da concludere al meglio. Stagione molto positiva, abbiamo centrato il quinto posto in stagione regolare e ci siamo anche qualificate per la Coppa. L’unico rammarico è quello di essere uscite dalla Cev Cup, per il resto abbiamo disputato una buonissima stagione, pur tra le mille difficoltà".

Ad un certo punto, nel finale della stagione sportiva, Lucia è stata costretta a fare perfino la palleggiatrice, dopo gli infortuni in simultanea o quasi delle compagne di squadra Poulter e di Monza. E lei anche questa volta si è messa a disposizione giocando pure bene, in un ruolo a lei “sconosciuto” visto che è una schiacciatrice.

"È stato davvero strano per me, una situazione di assoluta emergenza, ma ci ho messo tutto il mio impegno e le mie compagne mi hanno sempre sostenuto ed è… andata. Mi sono divertita molto, pur in un ruolo non mio".

E tra qualche anno Lucia si vede ancora nel mondo della pallavolo?

"Non saprei, non chiudo nessuna porta, ma al momento non ci sto pensando. Le ultime annate, quelle in cui ho avuto due gravi infortuni, sono state difficili, ho dovuto “combattere” per ritornare ad alti livelli. Quel che verrà, verrà… E poi c’è la famiglia, sono lontana da mio marito (team manager della Lube Macerata di volley in serie A1 ndr). Diciamo che abbiamo vissuto spesso una relazione a distanza (scherza, ma mica poi tanto Lucia ndr)".

Ma dove si vede Lucia Bosetti tra dieci anni? Sul campo da giocatrice o dietro la scrivania come dirigente sportiva?

"Se proprio devo, direi una dirigente in una società di pallavolo. Ma per esperienza vi dico: mai dire mai...".

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