Io, per Forbes nei Top 100 Bello crescere a Varese...

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di Grazia Lissi

Bambino, ha iniziato ad ascoltare musica con mamma e papà. "Anche da solo, a due anni avevo già imparato a inserire i cd nel lettore" sorride Enrico Saverio Pagano, direttore artistico e fondatore dell’Orchestra da Camera Canova di Milano che raduna i migliori talenti dItalia fra i 20 e i 25 anni; l’Orchestra è conosciuta per il repertorio musicale fra ’700 e ’800. Nato a Roma nel 1995, cresciuto a Varese, l’artista è diplomato in violoncello, direzione d’orchestra e composizione; la JCI-Italia lo ha insignito del premio Toyp (The Outstanding Young Persons) 2021. La rivista Forbes l’ha inserito nella lista dei 100 giovani leader innovatori per la categoria “Music”, unico della classica. "Bella responsabilità".

Maestro, il vostro primo cd è dedicato a Paisiello, il secondo a Beethoven.

"Quest’ultimo è stato registrato con la bravissima pianista Gloria Campaner, e l’Orchestra Canova alla Iuc-Università Sapienza di Roma, uscirà a breve. Di Beethoven proponiamo il Concerto per pianoforte e orchestra n . 5 “L’Imperatore” e la Sinfonia n. 7 in La maggiore. Per qualità, impegno lo considero in continuità con il precedente".

È fra i giovani direttori d’orchestra più osservati dalla critica e dal pubblico. "Quando sono stato nominato da Forbes ho ricevuto tanti messaggi di giovani che mi chiedevano consigli su come diventare direttore d’orchestra; rispondere loro è stato difficile: il mondo dell’arte non aiuta i giovani, in Italia non è ancora chiaro il passaggio fra studi e lavoro. Molti ragazzi si ritrovano dopo il Conservatorio con un diploma di cui non sanno cosa fare, devono inventarsi. Con l’Orchestra Canova abbiamo cercato di sopperire a questa mancanza".

Quando ha capito di voler fare il direttore d’orchestra?

"Studiando direzione ho sentito che potevo approcciare la musica in senso teorico senza abbandonare la performance e lo spettacolo dal vivo, linfa vitale per ogni musicista. Con l’Orchestra Canova ho portato avanti questa passione, come un bambino che sogna di essere un astronauta e si trova all’improvviso a farlo".

Cosa crede di aver ricevuto da Varese? "Una magnifica adolescenza e inizio giovinezza, è un bel posto per diventare grandi. Ai tempi delle superiori ricordo pomeriggi in centro con i miei compagni. Da un punto di vista culturale ci sono troppe lacune, resta tanto da fare. Purtroppo le istituzioni non sono molto sensibili alla classica; c’è l’ottima stagione musicale comunale organizzata da Fabio Sartorelli, professore al Conservatorio, e sto lavorando a un progetto di cui sarò direttore musicale: Varese Estense Festival, con attenzione a Giancarlo Menotti, alla lirica. Varese era l’unica città lombarda senza opere in cartellone".

Cos’altro ama della sua città?

"La natura, i laghi, il canottaggio che pratico dagli anni del liceo. Fare sport agonistico è fondamentale nella formazione di un musicista, insegna a non mollare, avere a che fare con una squadra è come essere in orchestra".