Gabbia e Martinenghi, due campioni cresciuti tra i banchi del liceo Pantani

La docente: "Che emozione vederli vincere. Sono l’esempio che scuola e sport possono convivere"

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di Federico Dedori

Cresciuti tra gli stessi banchi e campioni nello sport. È la storia del nuotatore Nicolò Martinenghi e del difensore del Milan Matteo Gabbia. Una storia iniziata in prima superiore, quando le loro vite si sono incrociate all’interno del liceo sportivo Pantani di Busto Arsizio.

A quattro anni dalla maturità, Martinenghi la scorsa estate ha conquistato due medaglie olimpiche a Tokyo mentre Gabbia con la sua squadra del cuore si è laureato campione d’Italia. Due atleti d’oro, e di loro la loro ex scuola va comprensibilmente fiera: "La scorsa estate ovunque andassi portavo con me la foto di Nicolò vantandomi di essere stata una sua insegnante – racconta sorridendo la referente del liceo scientifico sportivo Sara Amadei –. In questi giorni oltre alla sua, ho quella di Matteo...".

Tanto orgoglio e anche - perché no? - una punta di commozione: "Nelle loro vittorie ci sarà sempre un pezzettino del nostro liceo “Pantani“ e di questo sono molto contenta – ha aggiunto –. Me li ricordo in prima, quando avevano 14 anni. Vederli ora lì, grandi e grossi e realizzati, mi ha fatto cadere qualche lacrima di gioia".

Nonostante gli appuntamenti agonistici, le difficoltà, gli allenamenti e lo stress nel gestire il doppio canale sportscuola, entrambi si sono diplomati senza intoppi. Dimostrando, ancora una volta, che da sempre il saper programmare i propri impegni e gestire al meglio il tempo è una delle caratteristiche distintive dei grandi campioni. "Sia Nicolò sia Matteo sono sempre stati rispettosi dei loro compagni – ricorda Amadei –. Ricordo Martinenghi con due aggettivi: solare e vulcanico; mentre Gabbia era calmo e riflessivo. Se su questo erano diversi, però, per la tenacia e la forza erano uguali". Gabbia il 12 febbraio dello scorso anno e Martinenghi il 29 settembre anche lui del 2021, sono saliti in cattedra incontrando gli studenti del liceo.

I due talenti hanno raccontato i loro sogni sportivi e quanto gli anni vissuti sui banchi di via Varzi gli siano serviti per maturare come atleti e come persone. "Guardando i ragazzi, hanno detto loro di prendere seriamente il mondo della scuola e di fare lo stesso con quello dello sport. Di fare le cose con i tempi e con le modalità giuste – ha continuato la referente –. Gabbia si è soffermato anche sulle sconfitte, ha detto ai ragazzi di prenderle per quello che sono: per lui, come per Martinenghi, l’importante è continuare a fare piccoli passi in avanti".

Un anno prima del trionfo, durante l’incontro online con il difensore del Milan una studentessa è stata profetica scrivendo in chat: "Portaci lo scudetto". Ora Gabbia, contro tutti i pronostici, lo ha fatto. In una squadra che ha scommesso sui giovani talenti, piuttosto che sui grandi, strapagati nomi. "E pensare che un ex collega vedendo Matteo i primi anni del biennio aveva pronosticato che non avrebbe raggiunto mai la fama – ha incalzato Amadei –. Penso che in questi giorni si sia ricreduto. Quel suo ragionamento mi aveva lasciato molta amarezza. A 14 anni si è ancora troppo piccoli, come si può dire una cosa del genere?", si interroga ancora oggi la docente. "Le loro storie – sottolinea Cinzia Ghisellini, che con il fratello Mauro dirige la galassia scolastica targata Acof Olga Fiorini di cui fa parte anche il liceo sportivo – dimostrano che la scuola, se strutturata nella giusta maniera, è assolutamente in grado di conciliare i tempi dello studio con quelli degli allenamenti e delle gare.

Il “Pantani“ è nato proprio per fornire questo supporto, senza regalare niente, ma provando a mettere gli studenti-sportivi nelle condizioni migliori per gestire tutti i loro impegni". Obiettivo centrato in pieno, stando ai risultati dei due campioncini cresciuti in casa.

E la professoressa Amadei conclude il suo emozionato racconto con un auspicio che ha tanto il sapore dell’invito: "Aspettiamo Gabbia a scuola per fare festa insieme".