"Accorciamo le distanze tra Varese e il mondo"

L’europarlamentare Tovaglieri e i fondi Pnrr: riqualificazione, green, digitale, trasporti. Con un occhio alla tutela del Made in Italy

Migration

Prima il diploma al liceo classico “Crespi” di Busto Arsizio, poi la laurea in Giurisprudenza e il lavoro nello studio legale di famiglia. Nel 2011 l’esordio in politica, nel Consiglio comunale di Busto dove rimane fino al 2016. Poi il salto nella “stanza dei bottoni“: assessore all’Urbanistica, e dal 2017 vicesindaco. E nel 2019 il salto in Europa sulla spinta di 32.372 voti. Da Bruxelles Isabella Tovaglieri (nella foto), 35 anni, continua le sue battaglie.

Come verranno spesi i fondi europei a Varese e provincia?

"Il Pnrr è una grande opportunità per un territorio come il nostro, tra i più avanzati e dinamici del Paese. La macchina regionale per l’allocazione delle risorse si è già messa in moto: con il Bando per la Rigenerazione urbana sono stanziati quasi 20 milioni di euro per finanziare 48 progetti in altrettanti comuni del Varesotto, dalle città a realtà minori, passando per aree montane e siti turistici. La Regione ha l’obiettivo di rendere i nostri comuni più vivibili e attrattivi con una rete di servizi moderni ed efficienti. L’effetto sarà convincere sempre più persone a vivere in città periferiche rispetto a Milano, che possono offrire migliore qualità della vita anche grazie a una buona rete di collegamenti. Nella mia Busto Arsizio, da assessore all’Urbanistica ho dato il via al progetto di rigenerazione urbana dell’area delle Nord, premiato da un finanziamento europeo di 41 milioni di euro, che consentiranno di trasformare un luogo abbandonato in un quartiere all’avanguardia con un grande parco. Sarà importantissimo sostenere la transizione verde e quella digitale per aprire nuovi orizzonti a industria e artigianato. C’è la mobilità sostenibile. Il potenziamento dei collegamenti su rotaia con Malpensa accorcerà le distanze tra Varese, Europa, resto del mondo".

Progetti a cui tiene di più?

"I più urgenti sono legati allo sviluppo dell’aeroporto internazionale di Malpensa, la nostra più grande ricchezza, con l’indotto dà lavoro a 25mila persone. Le priorità sono due: ampliare l’area cargo per far fronte all’aumento del traffico merci e migliorare l’accessibilità dello scalo 2 per favorire la ripresa del turismo e dei viaggi d’affari ai livelli pre-Covid, quando da Malpensa transitavano quasi 27 milioni di persone. Partiamo dalla Cargo City: Malpensa è il primo hub per traffico merci, occorre l’ampliamento della zona merci, come previsto da Sea. Dobbiamo migliorare la rete stradale con Pedemontana, le ferrovie con Rho-Gallarate, Malpensa-Gallarate e Tav".

Chiuda gli occhi e si immagini nel 2032. Come sarà l’Italia?

"Sarà un Paese migliore se capace di usare i fondi del Pnrr con efficienza e visione: è finito il tempo dei fondi a pioggia, è il momento di pensare in grande, finanziando opere infrastrutturali capaci di proiettare il Paese nel futuro. L’Italia potrà farcela se saprà prendere esempio dalla Lombardia, prima in Italia per l’efficienza nell’uso di fondi strutturali europei. Il nostro Paese è secondo nell’Ue per fondi strutturali ricevuti, sestultimo per utilizzo. Riusciamo a spendere solo il 43% delle risorse contro il 77% della Finlandia. Per risolvere questi problemi bisogna intervenire sulla debolezza di molti enti locali, che spesso hanno difficoltà nel programmare e mettere in opera".

La guerra della Russia all’Ucraina ha toccato il nervo scoperto dell’Italia, dipendente dal gas russo. Quale strategia caldeggia?

"Queste criticità rischiano di frenare la nostra agognata ripresa.

Credo occorra ripensare alcuni obiettivi posti dalla Svolta Verde europea. Nessuno vuole inquinare di più, ma è necessario rimettere in discussione l’ideologia green a favore di soluzioni più realistiche e immediate".

Come membro della Commissione Ue per i diritti delle donne, come giudica il movimento Meetoo?

"Il Meetoo è servito per far emergere e condannare un fenomeno odioso e diffuso, che tuttavia finora ha prodotto più rispetto per le donne solo in ristrette élit. Ma le “quote rosa” sono misura di facciata, insensata e offensiva per la dignità delle donne: serve solo a limitare la libertà d’impresa, avvantaggiando solo un ristretto numero di professioniste già all’apice della carriera. Per una vera parità occorre sostenere percorsi di studio delle ragazze in materie tecnico-scientifiche, dove le laureate sono solo 12 su mille. Servono incentivi all’imprenditoria femminile e il rafforzamento del welfare per le famiglie".

Come risponde a chi pensa che Bruxelles si occupi più di burocrazia che di una reale tutela del made in Italy?

"Noi siamo primi nel mondo nella sicurezza alimentare, con il minor numero di prodotti contenenti residui chimici vietati, ma il Made in Italy è sotto attacco delle istituzioni comunitarie. L’ultimo tentativo di criminalizzare le nostre eccellenze riguarda il vino sul quale Bruxelles voleva mettere un bollino nero per indicare la possibilità che provocasse il cancro. Dopo una lunga battaglia, con la Lega in prima fila, è stato deciso di non inserire le avvertenze sanitarie in etichetta. Siamo impegnati contro il Nutriscore, l’etichetta “a semaforo“ già introdotta in Francia, Germania, Belgio, Olanda e Spagna, che con l’intento - di facciata - di tutelare la salute, discrimina prodotti Made in Italy avvantaggiando le multinazionali del cibo spazzatura. E col “Farm to Fork“ i tecnocrati vogliono obbligarci a ridurre la produzione di carne bovina del 20% e di latte del 6,3%, col via libera a fonti proteiche alternative come vermi e insetti. Così la carne arriverà a costare il 58% in più, il latte + 36%, i cereali +12%, l’ortofrutta +15. Con il rischio di penalizzare, solo in provincia di Varese, 1.800 imprese agroalimentari che danno lavoro a 6mila persone. Pensiamo al nostro miele Dop: l’Europa fa entrare il finto miele cinese, prodotto senza api, a 1 euro al vaso, ma rifiuta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle materie prime".