Milano – Come promuovere la partecipazione e il coinvolgimento delle realtà locali, dei singoli cittadini, ma anche degli stakeholder istituzionali e privati, nei processi di sviluppo territoriale nell’ottica della sostenibilità e dell’economia circolare. Era questo il tema del quarto incontro della Sustainability Winter School, la scuola di alta formazione per amministratori pubblici under 40 organizzata dal Gruppo Cap.
Per questo appuntamento sono stati coinvolti Davide Agazzi, cofondatore di From, l’agenzia specializzata in trasformazioni urbane che gestisce gli incontri formativi insieme a Cap; Sergio Vazzoler, coordinatore della commissione Comunicazione Responsabile di Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) e partner di Amapola, società di consulenza specializzata in sostenibilità e comunicazione; e Agnese Bertello, facilitatrice, esperta di progettazione partecipata e dibattito pubblico, socia di Ascolto Attivo.
Il focus della lezione, articolata come una tavola rotonda tra gli esperti, era fornire agli amministratori un inquadramento sul tema della partecipazione e gli strumenti per la sua realizzazione. "La scala della partecipazione - ha spiegato Agazzi - elaborata da Sherry Arnstein nel 1969 parte dal livello più basso, cioè la manipolazione dei cittadini, per arrivare al suo massimo livello, cioè la gestione diretta di potere e risorse da parte dei cittadini stessi. Ci sono poi le finalità del processo, che devono essere condivise dalle parti, e infine le modalità di partecipazione, dal dibattito in consiglio comunale fino ai forum metropolitani e i piani strategici.
Fondamentale in questo ambito è naturalmente la comunicazione. Che - ha sottolineato Vazzoler - "deve essere improntata innanzitutto alla trasparenza, per arrivare a un vero coinvolgimento delle parti coinvolte". L’esempio è Fabbriche Aperte Lab, luogo di incontro tra cittadini e una grande industria chimica con una complicata storia alle spalle caratterizzata da problemi ambientali e contestazioni sul territorio. “L’accesso dei cittadini alle strutture dell’impianto - ha illustrato Vazzoler - e il confronto con i responsabili dell’impianto, l’analisi delle proposte e delle critiche, ha portato a una partecipazione importante". Un esempio - ha sottolineato l’esperto - che dimostra quanto per una reale trasparenza serva “coraggio e audacia”.
Per quanto riguarda gli “attrezzi del mestiere“ a disposizione degli amministratori, Agnese Bertello ha illustrato il Dibattito pubblico, lo strumento "per la progettazione partecipata che mette a confronto progettisti, imprese, amministratori e cittadini, nato in Francia negli anni 90 e mai davvero decollato in Italia. Uno strumento necessario innanzitutto per gestire la complessità, cioè un contesto in cui nessuno dei soggetti ha abbastanza potere da solo per orientare un cambiamento. Per questo bisogna coinvolgere tutti i soggetti e accettare che la direzione del cambiamento venga decisa proprio dall’insieme degli attori".
Il prossimo appuntamento della Sustainability Winter School sarà il workshop conclusivo giovedì 21 marzo nella sede di Cap.