Luca Tavecchio
Sustainability Winter School

Acqua e climate change, la sfida anticrisi: "Conseguenze sul sistema idrico, l’emergenza è già qui"

Scuola di sostenibilità del Gruppo Cap. Luca Lucentini dell’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato l’allarme sulla vulnerabilità delle reti: “Inondazioni e siccità, ecco gli effetti”

Il sistema idrico a rischio

Il sistema idrico a rischio

MILANO – La gestione delle risorse idriche e le nuove sfide dei cambiamenti climatici. Era questo il tema del terzo incontro della Sustainability Winter School di Cap, il progetto formativo arrivato al secondo anno, dedicato agli amministratori lombardi e al quale partecipano sindaci, assessori e consiglieri comunali, provinciali e regionali per rimanere aggiornati sulle ultime novità in campo della sostenibilità e dell’economia circolare.

A spiegare le sfide e le criticità che interessano le risorse idriche con i nuovi scenari dettati dal climate change c’era Luca Lucentini, direttore del Reparto di Igiene delle Acque Interne dell’Istituto Superiore di Sanità. I cambiamenti climatici - ha spiegato Lucentini - hanno due conseguenze principali sul sistema idrico. Da una parte le inondazioni, dall’altra la siccità. Per quanto riguarda le inondazioni il 10% del territorio italiano è a rischio, con danni economici stimati in una media di 2 miliardi di euro all’anno (solo l’alluvione in Emilia del 2023 è costata oltre 8 miliardi). Sul fronte siccità invece i dati dicono che la disponibilità idrica è diminuita del 20% negli ultimi 30 anni, con una perdita di 15 miliardi di metri cubi all’anno. Da segnalare che nel 2022 l’Italia ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 70 anni, con una riduzione delle precipitazioni del 50%. A questo si aggiunge la drammatica riduzione dei ghiacciai: quelli alpini, per esempio, hanno subìto una riduzione del volume del 40% negli ultimi 25 anni.

Lucentini ha poi illustrato un caso pratico di gestione di un’emergenza legata alla siccità, paradigmatico di tutti i fattori e gli attori in gioco: quello della grave crisi idrica dell’anno scorso nel bacino del Camastra in Basilicata. Che ha messo a rischio la fornitura per 150mila famiglie. Una crisi che è stata affrontata utilizzando l’acqua del fiume Basento, ritenuto dalla popolazione poco sicura. Si è quindi proceduto alla potabilizzazione dell’acqua e alla gestione degli allarmi che arrivavano da amministratori e cittadini. "Un esempio di come dalle possibili azioni di prevenzione si sia dovuti passare ad azioni di emergenza. Nel quale insieme agli interventi si devono considerare i rapporti istituzionali, con i residenti e i livelli di comunicazione".

Lucentini ha poi ricordato l’importanza della nuova normativa in tema di gestione idrica che dal semplice controllo e monitoraggio è passata ai Psa, alla realizzazione cioè dei Piani di sicurezza dell’acqua, che tutte le amministrazioni sono tenute a realizzare entro il 2029. "Una visione di sistema più efficace, che unisce prevenzione e consapevolezza". Il prossimo incontro della Winter School di Cap è in programma il prossimo 12 febbraio con un workshop per mettere a fuoco le priorità del proprio territorio e progettare piani di intervento.