
Natalija Nikitina davanti al suo Signor Lievito. nel quartiere Calvairate
Milano, 22 luglio 2025 – Riga-Milano solo andata perché qui Nataljia Nikitina, 37 anni, ex modella che ha girato il mondo, originaria della Lettonia, “ha trovato l’America“. O meglio, con tanta passione, talento, e altrettanti sacrifici, ha trovato un piccolo spazio in zona Calvairate che ha trasformato nella mecca di dolci e pane, con un occhio al design di un maestro come Hannes Peer.
Il forno-glam di chiama "Signor Lievito", è in via Maestri Campionesi, e in poco tempo è diventata la meta obbligata per chi ama i lievitati, i dolci lettoni e la colazione lenta. "Per nulla scontato il risultato, perché sono una autodidatta", dice. Il nome è un omaggio all’ingrediente di base, un lievito madre che ha più di 120 anni. "Me lo ha regalato il proprietario di un vecchio forno a San Giorgio a Cremano, in Campania, la regione di mio marito".
Due figli di 11 e 7 anni. "Amo molto cucinare, per la mia famiglia e con i miei bambini. Già impastavo il pane a casa, sono sommelier ho lavorato per l’associazione italiana sommelier che ho lasciato quando il mio progetto è decollato". Natalija ha imparato sul campo: prepara gli impasti, accende i forni, fa le forme, cuoce e poi la si trova anche dietro il bancone.
"Oggi mi faccio aiutare da due ragazzi, finalmente ho un laboratorio più grande e questo mi permette di avere orari più umani e soprattutto di conciliare meglio il mio lavoro con la famiglia". Ma non è tutto perché Natalija è una “fornaia“ con una passione per l’estetica.
A fare da cornice a sfilatini, ciambelle e francesine, un’architettura disegnata appositamente da Hannes Peer e dal suo studio a pochi passi da lì. "Hannes è un amico e ha già disegnato casa nostra. Quando ha visto questo spazio ha reinterpretato l’estetica e la funzione dell’antico forno, attraverso il design. Tutto è stato realizzato su misura, dalla disposizione, agli arredi integrati nell’architettura.
Le piastrelle in terracotta utilizzate per le pareti e il pavimento riscaldano l’ambiente e si ritrovano anche sulla facciata esterna completamente ridisegnata. Questo spazio era una ludoteca, l’abbiamo ripensata e volevamo creare un’osmosi tra interno ed esterno. L’intonaco bianco è un’allusione al modernismo californiano".