La riqualificazione del Teatro Ringhiera e della Piana, il restyling atteso da decenni della torre Aler in via Boifava 31, l’apertura di una sede distaccata del centro per l’impiego Afol. Quattro progetti che segneranno la "rinascita" di Chiesa Rossa, con servizi per i residenti e un nuovo volto per aree abbandonate al degrado. Il grosso punto interrogativo sono i tempi, perché i ritardi si stanno accumulando. "Ci auguriamo di vedere i primi risultati nel 2026 – spiega Natale Carapellese, presidente del Municipio 5 – che sarà un anno importante per il futuro del nostro quartiere. La situazione che si è creata al Teatro Ringhiera ha un po’ frenato l’entusiasmo, ma rimaniamo fiduciosi perché sono progetti che miglioreranno il quartiere, portando benefici a tutti". Il riferimento è allo stop ai lavori per la riqualificazione della sala in via Boifava, dallo scorso 4 febbraio. Gli operai se ne sono tornati a casa, perché la ditta che si era aggiudicata l’appalto del Comune, Gruppo Consales srl, non li pagava. Un opera da 1,5 milioni di euro che vede svanire l’obiettivo di terminare i lavori entro l’inizio del 2026. Ma andiamo con ordine, partendo dalla partita principale, ossia il progetto Mi@OverNet, che può contare su cinque milioni di euro provenienti dall’Unione Europea e altri due dalla Regione Lombardia, e punta a riqualificare due aree nella periferia milanese, nei quartieri Chiesa Rossa e Forlanini. La stragrande maggioranza dei fondi per i lavori – 3,4 milioni di euro – sono destinati al quartiere nella periferia Sud della città, in particolare proprio all’intervento di restyling in via Boifava. La novità più evidente riguarda il collegamento tra il piano strada di via Boifava e l’area sopraelevata.
Un collegamento che non sarà più basato su una scala ora degradata, ma da una grande scalinata con alcuni alberi in mezzo che avrà anche un percorso ad hoc per consentire ai disabili l’accesso alla Piana. Nella parte sopraelevata, anche nella piazza Fabio Chiesa proprio davanti al Ringhiera, il progetto Mi@OverNet prevede una serie di tettoie che disegnano un percorso coperto lungo la piana. "È difficile fare una previsione sui tempi – sottolinea Carapellese – ma mi auguro che per il 2027 sia terminato il rifacimento della Piana". C’è un’altra situazione incagliata, con un contenzioso che si è trascinato per 15 anni, che sembra arrivata a un punto di svolta. Si tratta della riqualificazione della torre in via Boifava 31, che passa attraverso un’intesa fra Palazzo Marino e Aler. Anche qui c’è un grosso punto interrogativo sui tempi, ma dovrebbero finalmente partire i lavori per la ristrutturazione dell’edificio risalente agli anni ’70 e bisognoso di manutenzione, sanando una ferita aperta nel quartiere.
La speranza è anche legata a una possibile riapertura del supermercato chiuso da marzo, o di una possibile riconversione per servizi utili a chi abita nel quartiere. "Noi abbiamo chiesto di verificare la possibilità di aprire una Casa di comunità – aggiunge Carapellese – ma non abbiamo raccolto una grande disponibilità da parte della Regione". Un altro anello della catena è la futura apertura, in uno spazio del Centro civico, di una sede distaccata di Afol, l’agenzia che gestisce i centri per l’impiego nella Città metropolitana. Diventerà un punto di riferimento per chi cerca lavoro, con servizi di orientamento, incontri fra candidati a aziende in un quartiere che sta attraversando una fase di trasformazione.