
Alberto Wolfango Amedeo D’Asaro, 38 anni, architetto, illustratore, fondatore di Palazzi Club e Quasi Quasi
Alberto Wolfango Amedeo D’Asaro, 38 anni, architetto, illustratore, da dove deriva questo curioso cognome?
"(Ride) Ecco, ci risiamo, come all’università, ad ogni esame, al Politecnico, il prof prima di interrogarmi mi chiedeva del cognome e ci perdevamo mezz’ora! Non ho sangue blu, mamma brianzola e papà siciliano, sono cresciuto a Giussano ma sempre attratto dalle città e in particolare da Milano. Amedeo era il nome di mio nonno e mio padre ha aggiunto il resto, forse è per questo che mi piace giocare con i nomi...da sempre".
Lei si definisce un “flusso di idee“, è anche illustratore, ha creato diverse associazioni nel suo quartiere, da Quasi Quasi, con sede in via Palmanova 59 a Palazziclub che è a casa sua...che fate esattamente?
"L’idea di Quasi Quasi è di diffondere lo stare insieme attraverso il gioco e la musica. L’ho fondato con altri sette amici ed è una bella avventura che sta crescendo. Ad esempio in passato abbiamo anche organizzato delle feste per il Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico per la festa di inizio anno anno il Dastu Welcome Back Party. Collaboriamo anche con Mutuo soccorso che ha aperto Basèll, in via Bengasi 1, un nuovo spazio di comunità e mutuo aiuto composta da una rete di associazioni attive nel quartiere di via Padova. Partecipiamo alla campagna di crowfunding lanciata da Mutuo che punta a raccogliere 20 mila euro e solo raggiungendo questo obiettivo il Comune ne aggiungerà degli altri . Con Mutuo soccorso condividiamo gli obiettivi, il quartiere di via Padova ha una straordinaria storia di solidarietà e resistenza sociale".
Milano è diventata una città che respinge, soprattutto i giovani e i meno abbienti...
"Io amo Milano, riconosco che c’è questa tendenza e che il problema maggiore è il diritto alla casa, ad un abitare che sia dignitoso ed economicamente a portata delle tasche dei meno abbienti. Mi aspetto dal Comune un’inversione di tendenza, una linea diversa rispetto agli anni scorsi. Ma noi nel nostro piccolo facciamo il possibile per rendere più vivibile il quartiere nel quale abitiamo. Contrastare la gentifricazione, questo è la nostra speranza. Cambiare modello, questa città ha bisogno di far convivere talenti diversi, non di spingerli a lasciare la metropoli perché la casa costa troppo".
Molti milanesi si lamentano del degrado, dalla mancata manutenzione del verde, del problema della sicurezza...
"Credo che sia più un racconto da mondo social. Non trovo la città insicura e nemmeno così degradata. Ripeto, il problema per le nuove generazioni riguarda la casa e sentirsi parte di una comunità. Milano resta la città delle possibilità, e in giro vedo anche tanti giovani che si danno da fare".
Lei dove vive?
"Vicino al Parco Trotter. Mi è piaciuto subito il quartiere, mi sembrava un paesino, un po’ la dimensione a cui ero abituato da ragazzo a Giussano. Sono riuscito a comprare casa anni fa e a creare relazioni molto importanti".
Mica è finita, con Quasi–quasi collaborate anche con Sagrét e poi mi deve spiegare com’è che è finito a collaborare anche con la Triennale on Tour, con il suo Palazzi Club.
"Siamo parte attiva di Sagrét n Sagret nato da un’idea di Alessandro Iacobino, il format è quello della sagra di paese portata in città, sapesse che feste sono state fatte! Da Cenet, cena condivisa alla Sagret dei piccoli. Palazzi Club è la mia società, sono una partita Iva, faccio progetti. Tutto nasce alle superiori, mi piace disegnare e con un mio amico avevamo messo in piedi una specie di attività, realizzavamo magliette e felpe con i loghi che disegnavo e un marchio, Chantillo. E siccome il disegno mi piace tantissimo, ho continuato ad assecondare questa passione. Con il progetto Triennale on tour parto dalla realtà dei quartieri, per accogliere in una grande tavola i desiderata degli abitanti. La speranza è che alla fine ci sia una momento di raccolta e lettura profonda dei desideri dei bambini in particolare. Siamo stati nel Municipio 2 a Greco, il 22 giugno nel municipio 9 e il 3 luglio siamo stati a Chiesa Rossa, nel porticato del bar Micro".
Progetti futuri come Palazzi Club?
"Sto per ultimare una collaborazione con Ostello Bello in via Medici. Sto disegnando sulle pareti del nuovo basement, poi vorrei continuare a disegnare divertendomi e impegnarmi a fondo con l’associazione Quasi Quasi per stare in mezzo alla gente, una scusa per fare festa assieme".