La visione della città, e dei suoi quartieri, come una "casa collettiva". La costruzione di significato attraverso la grafica, in zone create da zero o in luoghi in fase di riqualificazione e trasformazione. Segni rivolti a chi vive in un quartiere, a storici o nuovi residenti, e ai visitatori occasionali. L’architetto Ico Migliore, tre volte premio Compasso d’Oro e professore al Politecnico di Milano, con Mara Servetto ha fondato lo studio di progettazione Migliore+Servetto. Studio che, a Milano, ha firmato il sistema di wayfinding di Mind o del Certosa District, nuova identità del "distretto dei talenti" al centro di un imponente progetto di rigenerazione urbana promosso da RealStep. Un sistema di orientamento che si sviluppa come spina identitaria attraverso tutto il quartiere e che accoglierà in crescendo nei prossimi anni i nuovi residenti, insieme ai lavoratori e i visitatori che transitano. Un "sistema camaleonte" descritto con cinque parole chiave: circuito di urban trekking, cantiere parlante, agorà diffusa e acceleratore d’identità. Lo studio ha firmato interventi per alcune delle principali destinazioni culturali in Italia e all’estero, come il Museo egizio di Torino, il Museo di storia naturale di Milano, il Castello di Miramare a Trieste e anche il "lungomare multicolore" a Busan, in Corea del Sud.
Ico Migliore, quartieri come Chiesa Rossa stanno attraversando una fase di trasformazione. Quale ruolo potrebbe giocare il wayfinding?
"L’orientamento è un tema fondamentale per lo sviluppo di un quartiere, in città che sono sovraccariche di inquinamento visivo. Si crea un dialogo fra chi vive in determinato luogo e chi lo visita, che deve andare in un posto e sapere cosa ci troverà. La città può parlare ai cittadini, creando un rapporto empatico e costruendo un’identità".
Avete nuovi progetti in cantiere su Milano?
"Lavoreremo su un nuovo quartiere in fase di realizzazione, dopo l’impegno su Mind e sul Milano Certosa District. Abbiamo definito quest’ultimo progetto un sistema di archigrafia urbana, un mappare esteso che lavora su tracce di memoria, identità e racconto per una città che sia casa collettiva. Un’architettura dei segni che non indica unicamente le destinazioni d’arrivo, ma anche che cosa troverà il viaggiatore nel suo percorso, e perché. L’identità del Milano Certosa District è fortemente legata al “fare“, ai laboratori, all’arte e alla musica".
Tra pochi mesi Milano ospiterà le Olimpiadi invernali. Come si sta preparando la città?
"Non vedo ancora molto, al di là del countdown. Sarebbe interessante sfruttare l’opportunità dei giochi per dare vita a un messaggio forte, legato anche alla qualità urbana".
Tornando a quartieri come Chiesa Rossa, il wayfinding può essere utile anche per intervenire su situazioni di degrado?
"La grafica urbana può aiutare a tirare fuori caratteristiche sopite di un luogo, a rappresentare luoghi che sono parte integrante dell’identità della nostra casa collettiva e a renderla più vivibile per tutti".