
Factory32, il palcoscenico di via Giacomo Watt, fondato nel 2018 da Valentina Pescetto
Un vecchio magazzino di tappeti. Trasformato in teatro. Orizzonte post-industriale. Dove ci si sente a casa. Come sanno bene i milanesi che in queste (burrascose) stagioni hanno iniziato a conoscere Factory32, il palcoscenico di via Giacomo Watt, fondato nel 2018 da Valentina Pescetto. Progetto ramificato. Dove trova spazio un’ampia offerta formativa, incentrata sul mestiere dell’attore. A cui si aggiunge un cartellone di titoli agili, indipendenti. Spesso dal gusto internazionale. Supportati presto dalle prime produzioni Made in Factory.
Valentina, come è stato questo inizio di stagione?
"Lo definirei bellissimo. E ci voleva proprio confrontarsi finalmente con l’entusiasmo degli spettatori. “A tua immagine” degli Odemà ha fatto il tutto esaurito e ottimi risultati sono arrivati anche da Rossella Rapisarda e “Xanax” di Angelo Longoni".
Com’è il rapporto con il pubblico?
"Considero questa stagione il nostro primo vero anno, per quanto siamo riusciti anche in passato a mantenere alta l’attenzione nei nostri confronti grazie ai corsi online e alle rassegne estive. Oggi posso osservare interesse e grande curiosità da parte degli spettatori, con cui è iniziato un percorso di fidelizzazione. Mi sembra che le persone vogliano esserci, si abbonano, si sentono a casa".
I corsi?
"Abbiamo tante partecipazioni. Mentre da parte nostra cerchiamo di alzare sempre un pochettino l’asticella della qualità. A gennaio avvieremo una nuova collaborazione con Mino Manni per un workshop dedicato al cinema, fra pratica e teoria".
Che spettacoli arriveranno nelle prossime settimane?
"Sono davvero felice di riuscire a portare a Milano “Brilliant traces” di Cindy Lou Johnson, con protagonisti Madeline Wolf e Alessandro Ravagnati. Sarà una nostra produzione, in prima assoluta per l’Italia. Non è stato facile trovare con Broadway una soluzione per i diritti ma ce l’abbiamo fatta. È una dark comedy che racconta di un eremita e di una sposa che si incontrano dentro un rifugio in Alaska. Faremo una replica unica il 23 dicembre, in lingua inglese. Un esperimento, visto che teniamo molto all’internazionalità".
A gennaio ci sarà invece “Audizione”.
"Sì, dal 27 al 29. Un lavoro di Chiara Arrigoni tratto da un fatto di cronaca accaduto a Londra. Appena l’ho visto ho detto “Wow!”. Mentre a febbraio avremo “Fata Morgana” di Margherita Remotti, per la regia di Jon Kellam. Un monologo sulla vita di Nico".
Ma lei come si trova come direttrice artistica?
"Sono innamorata del mio spazio, è un sogno che realizzo a 32 anni. Ora voglio vederlo crescere, affrontare le sfide. E non mi manca nemmeno il mio lavoro d’attrice. Sono soddisfatta così, mi sento nel posto giusto".
Cosa vorrebbe però per i prossimi anni?
"Che Factory32 si strutturasse sempre di più, diventando una realtà solida e un punto di riferimento internazionale. Poi mi piacerebbe che la scuola continuasse a crescere. E in questo senso ho già qualche idea per il 2023. Sicuramente è solo l’inizio".Diego Vincenti