Alpi lombarde: la vacanza con gli sci ai piedi (e senza). Perché questa sarà una stagione da ricordare

Da Livigno alle altre valtellinesi fino a Colere e Presena: folla e incassi. E con le ultime nevicate si punta forte sul ponte di Pasqua

Decolla il turismo sulle alpi lombarde (Archivio)

Decolla il turismo sulle alpi lombarde (Archivio)

Milano, 4 marzo 2024 – È il potere dei numeri, certo. Ma anche dell’arte di comunicare positività e leggerezza, perché l’industria del turismo vive e sopravvive se riesce a trasmettere energia, emozioni e stacco mentale, possibilmente – perché no? – lontano dall’ossessione compulsiva per lo scrolling digitale e le notifiche su tablet e smartphone. E allora, meglio tenersi stretta questa stagione invernale. Almeno sulle Alpi lombarde, perché verrà ricordata come una delle migliori di sempre, a dispetto del caldo assurdo registrato in certe giornate.

Peraltro, resa oltremodo speciale dalle nevicate di questi ultimi giorni e dall’assenza del "su e giù" che in passato alternava ai picchi di Sant’Ambrogio, Natale, Capodanno e febbraio (mese canonico delle Settimane Bianche) i cali fisiologici dei periodi intermedi (specie a gennaio dopo l’Epifania).

Livigno superstar

Pura evidenza. Suffragata appunto dai dati ma anche dalla reputazione di ski-aree che hanno imparato a declinare la loro offerta non solo sullo sci alpino ma anche sulle tante experience oggi particolarmente richieste dal pubblico. Fa un figurone – ed era prevedibile – Livigno, se è vero che il "Piccolo Tibet" si appresta a registrare un +7/8% di arrivi e a rasentare il milione e 300mila di presenze rispetto al già ottimo 1,2 milioni dell’inverno 2023, anche grazie alla versatilità della propria offerta (sci, shopping, Spa, enogastronomia in quota, etc.).

Concept ben rappresentato nel pay-off "Fun Mountain" della società Mottolino che da sola gestisce 8 dei 30 impianti della bella località, per non parlare delle 27 piste da sci, dello Snow Park e dei voluminosi investimenti che la società di Marco Rocca sta effettuando (nuovi impianti di risalita, moderno building di partenza, etc.) per diventare una delle vetrine più esclusive delle prossime Olimpiadi Milano-Cortina (ospiterà il maggior numero di discipline e gare dell’intera rassegna iridata).

Valtellina sugli scudi

Buonumore condiviso anche altrove, visti i commenti estremamente positivi di Roberto Galli, presidente di Valtellina Turismo, sia in termini di occupazione alberghiera che di gradimento sui mercati esteri.

Ovvio, in particolare a Bormio, accreditata nelle parole di Veronica Mazzola, direttore Marketing della Società Multiservizi Alta Valle Spa, con un bilancio parziale ma già significativo: presenze sopra il 5% nelle strutture ricettive e addirittura un +7% sugli impianti rispetto all’inverno precedente; una Pasqua ravvicinata che si annuncia da sold out; e una consolidata immagine di Bormio come top destination per benessere e termalismo. Con l’aggiunta della crescente reputazione che la capitale della cosiddetta "Bella Contea" è destinata a guadagnare, anch’essa in vista dei Giochi Olimpici, grazie ad alcune nuove infrastrutture (tra le altre, il nuovo Ski Stadium da 7mila posti).

Sorridono anche le altre ski-aree valtellinesi come Madesimo, Valmalenco e Aprica. E quelle dell’Alta Bergamasca, in particolare in Valseriana e Val di Scalve, come conferma il neo-presidente di PromoSerio Marco Migliorati, citando il buon innevamento, specie sul Monte Pora e a Colere; il positivo dato occupazionale nell’hôtellerie; e i tanti investimenti decisi per ammodernare gli impianti.

Qui Ponte di Legno

Ma i riflettori sono puntati in particolare sul Comprensorio Pontedilegno-Tonale diretto da Michele Bertolini, altro gigante del turismo invernale con il suo carosello di 100 km sviluppato di 4 ski-aree tra Lombardia e Trentino e 30 impianti; con l’invidiabile Ghiacciaio del Presena dove si scia fino a primavera inoltrata; e con la famosa pista nera "Paradiso" (pendenza massima del 45%).

Anche qui, stagione da incorniciare: per il +15-20% di presenze negli alberghi; per la quota sempre elevata di stranieri (tantissimi dall’Est Europa); per l’affollamento registrato sugli impianti (punte giornaliere da 19mila persone durante le feste di Sant’Ambrogio e Immacolata).

E per l’interesse esponenziale del pubblico verso le attività cosiddette "collaterali" diventate ormai essenziali e iper-gettonate, come la maggiore offerta di locali e ritrovi per aperitivi e percorsi gastronomici; la periodica apertura delle piste in notturna; e quella degli impianti alle prime luci dell’alba collegata a forme di ospitalità in spazi indoor per permettere ai visitatori di ammirare il sole che sorge.

Il messaggio è chiaro: c’è una forte domanda di turismo active e sportivo ma anche esperienziale a tutto tondo. Perché la montagna lombarda piace con gli sci ai piedi. Ma anche senza.