Morbegno, sciopero alla Riello per la chiusura annunciata: 200 manifestanti in piazza

La multinazionale vuole spostare la produzione e dire addio alla Valtellina entro l’estate. Presenti fuori dai cancelli il sindaco di Morbegno e il presidente della Provincia

Lo sciopero davanti alla Riello

Lo sciopero davanti alla Riello

MORBEGNO – La mobilitazione alla Riello ha fatto centro: tutte le parti hanno promesso di fare al meglio e di provare a salvare in extremis il posto ai dipendenti, dopo che la proprietà ha comunicato loro la chiusura dello stabilimento di Morbegno entro la fine dell’estate.

Sono stati oltre 200 i manifestanti che hanno partecipato allo sciopero indetto dalle sigle sindacali, con in testa Fiom Cgil e Fim Cisl. Totale, come del resto era facile prevedere, l’adesione dei 61 lavoratori, 51 operai e 10 impiegati, che hanno speso un’intera vita (molti di loro) all’interno della Riello e vedono nero sul loro futuro. Oltre ai dipendenti e ai rappresentanti provinciali dei sindacati (presente anche Mirko Dolzadelli, segretario regionale Fim Cisl), presenti ieri mattina davanti ai cancelli dello stabilimento di Morbegno alcuni rappresentanti delle istituzioni, il presidente della Provincia di Sondrio Davide Menegola e il sindaco di Morbegno Alberto Gavazzi, e il segretario del Pd provinciale Michele Iannotti.

Le oltre 200 persone che oggi hanno manifestato contro la chiusura della Riello – dice il segretario generale della Fiom Cgil Sondrio Alberto Sandro – la dicono lunga sul grande interesse che c’è giustamente intorno ad una questione molto importante. A livello di dipendenti, l’adesione è stata totale, ma la presenza di così tanta gente e delle istituzioni, col presidente provinciale Menegola in testa, ci permette di dire che lo scopo dello sciopero, quello cioè di dare massima visibilità a questa vertenza, è stato pienamente centrato".

La situazione resta grave. Il gruppo americano che dal 2022 controlla la Riello è deciso a chiudere. "Purtroppo non ci sono novità rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, siamo in attesa di una convocazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Intanto siamo riusciti, dopo un’interrogazione (portata avanti dai consiglieri dem), a strappare una convocazione in commissione regionale. L’obiettivo? Noi lotteremo per cercare di non far chiudere lo stabilimento e quindi che i 61 dipendenti non perdano il posto. Questo deve essere chiaro, ma senza illudere nessuno. È molto importante in questa fase che tutti i soggetti coinvolti nella questione facciano la loro parte".