SARA BALDINI
Economia

Melavì si ferma, i frutticoltori invece “no”

Il presidente di Coldiretti Sondrio guarda avanti: “Bisogna ritrovare unità nel Consorzio Igt”

Da oggi, 1° maggio, parte la cassa integrazione per i 18 dipendenti fissi

Da oggi, 1° maggio, parte la cassa integrazione per i 18 dipendenti fissi

Ponte in Valtellina (Sondrio) – Ritrovare unità nel nome del Consorzio di tutela della mela di Valtellina Igt. Questo l’auspicio del numero uno di Coldiretti Sondrio Sandro Bambini. Da oggi, 1° maggio, però, cassa integrazione per i 18 dipendenti a tempo indeterminato (otto operai e dieci impiegati ) e fino al prossimo 8 maggio niente stipendi – quelli di marzo, per altro – per lavoratrici e lavoratori di Melavì, 71 in totale se si contano pure i 53 avventizi. L’udienza per la concessione delle misure cautelari protettive del patrimonio, presentata dall’azienda al Tribunale di Sondrio e che avrebbe consentito lo sblocco della situazione è stata infatti rinviata al 7 maggio per una questione di integrazione documentale. Cosa succederà lo si scoprirà nei giorni a venire, soprattutto se si considera che i lavoratori hanno dichiarato di non escludere “azioni di blocco delle attività, qualora gli stipendi dovessero ulteriormente tardare”.

Quella attuale, per le mele, è stagione già avviata e la situazione Melavì - che per usare le stesse parole dell’azienda nella comunicazione ai sindacati “in virtù del perdurare dello stato di crisi e degli esiti negativi della composizione negoziata della crisi, ha proceduto al deposito di istanza di accesso al concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio e la successiva cessazione dell’attività” – è una questione di posti di lavoro, ma è pure “serissima dal punto di vista territoriale, dei frutteti coinvolti: quelli gestiti dai proprietari andranno avanti, anche se potranno avere problemi in fatto di commercializzazione, ma gli altri?” osserva il presidente di Coldiretti Sondrio Sandro Bambini, che aggiunge: “In provincia nel decennio 2014-2024 abbiamo perso 200 ettari, ormai siamo sotto i 900 totali di meleti, 20 anni fa la produzione era di 300mila chili, ora siamo a 70mila”.

Mancato ricambio generazionale e poco “appeal“ della coltivazione della mela sui giovani, tra i motivi di una disaffezione per la quale hanno contato anche i malumori che da anni serpeggiavano all’interno di Melavì. “Ora la situazione è drammatica, ma almeno è chiara – continua il presidente Coldiretti - Indietro non si torna, non credo neppure nel “colpo di scena“, a questo punto. L’auspicio è che si possa ritrovare unità attorno al Consorzio di tutela della mela di Valtellina Igt. La grande confusione è stato identificare Melavì con la Valle, ma Melavì è un marchio di cooperativa, non del territorio”. Sara Baldini