Fulvio D’Eri
Cronaca

Nuovi vitigni in Valtellina: ora si punta sul Piwi per recuperare i terreni

Sondrio, necessita di meno trattamenti grazie alla sua resistenza alle malattie. Il progetto della Fondazione ha preso avvio cinque anni fa al Castello di Grosio

I partecipanti hanno potuto visionare le viti e degustare due vini prodotti in zone marginali con il Piwi. La pianta a bacca bianca non va in contrasto con il classico vitigno presente sui terrazzamenti della Valtellina, il Nebbiolo

I partecipanti hanno potuto visionare le viti e degustare due vini prodotti in zone marginali con il Piwi. La pianta a bacca bianca non va in contrasto con il classico vitigno presente sui terrazzamenti della Valtellina, il Nebbiolo

Sondrio – I vitigni Piwi possono costituire un’ottima opportunità per produrre vino anche nelle aree più alte e marginali della provincia di Sondrio. È questo uno degli aspetti emersi al termine dell’incontro tecnico del progetto Piwi tenutosi martedì a Sondrio, nella sede di Fondazione Fojanini, e organizzato dal gruppo operativo per l’innovazione Vitival (Vitigni tolleranti le crittogame: studio, adattamento e valorizzazione in Lombardia). È stata l’occasione di fare una panoramica sui primi risultati ottenuti dal progetto, seguita dalla degustazione di vini di alcune aziende partner e di vinificazioni sperimentali monovarietali di alcune varietà Piwi (in collaborazione con Civit).

“I vitigni Piwi (abbreviazione del tedesco Pilzwiderstandsfähige) sono un vitigno resistente o meglio tollerante ai funghi – dice Ivano Foianini, esperto della Fondazione -. Sono vitigni innovativi e resistenti. Nella storia ce ne sono stati altri due: quelli nati dopo la Filossera e quelli nati negli anni ’70 e ’80. Questi ultimi vitigni Piwi sono nettamente migliori dei loro “antenati”, sotto tutti gli aspetti, sia dal punto di vista agronomico sia dal punto di vista della produttività.

E rispondono alle nuove esigenze e necessità dell’agricoltura moderna, perché prevedono meno trattamenti, rispetto ad altri vitigni, sono più resistenti, sono molto produttivi e sono di facile gestione. Noi come Fondazione Fojanini li stiamo testando e provando perché siamo sempre attenti alle nuove sperimentazioni”. Il progetto ha preso avvio cinque anni fa. “In Valtellina i vitigni Piwi si collocano nelle aree marginali, infatti il nostro esperimento è stato fatto al Castello di Grosio”. È un vitigno “a bacca bianca, non va quindi in contrasto con il classico vitigno presente in Valtellina (il nebbiolo – rosso), per la produzione di un vino bianco aromatico”.

I partecipanti hanno potuto degustare due vini prodotti in zone marginali con vitigni Piwi. Esame superato. Ma quale potrebbe essere il futuro? “Potrebbero essere utili per avvicinare nuovi produttori che hanno vigneti in zone marginali, per esempio a Triangia, dove un tempo si vinificava, oppure nelle zone lariane o valchiavennasche (nella valle del Mera c’è già infatti chi da anni coltiva questa varietà, ndr)”.