Violenza sessuale e possesso di armi: il pm chiede 12 anni, condannato a 7 mesi

Sondrio, pena lieve per l'ex manovale Raffaele De Paoli arrestato a Ferragosto del 2019

L’avvocato Marcello Caci del Foro di Sondrio

L’avvocato Marcello Caci del Foro di Sondrio

Sondrio - A Ferragosto del 2019 Raffaele De Paoli, oggi 66enne, litigava con uno dei due figli nelle vicinanze della propria abitazione a Castello dell’Acqua e lo minacciava con una pistola.

I Carabinieri di Teglio, intervenuti per sedare gli animi, sequestravano nell’autorimessa in uso all’indagato due pistole semiarruginite. Il De Paoli, all’epoca manovale edile in Svizzera, dava in escandescenze con i militari e veniva arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. A condurre le indagini i Carabinieri di Teglio che mettevano in luce, oltre ai reati di minaccia aggravata dall’uso dell’arma, di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di armi rilevati in prima battuta, un quadro di presunte violenze domestiche asseritamente compiute dal fermato ai danni del proprio nucleo familiare (moglie e due figli) in un lasso di tempo molto ampio (sino a vent’anni prima dei fatti del 15 agosto 2019). Conclusi gli accertamenti investigativi, De Paoli veniva rinviato a giudizio anche per violenze sessuali nei confronti della moglie (i due sono separati dal 2020) e maltrattamenti.

Durante l’inchiesta sono state recuperate, grazie alle unità cinofile, anche 500 munizioni inesplose in un bosco situato non lontano dalla casa dell’uomo. Il processo dinnanzi al Tribunale di Sondrio in composizione collegiale (presidente Carlo Camnasio, a latere dottoresse Bosio e Rattazzo) iniziava il 5 ottobre 2021; i testimoni (tutti indicati dalla Procura, 15 in tutto) venivano sentiti alle udienze del 15.2.22, 5.4.22 e 7.6.22. All’udienza conclusiva di ieri fissata per la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe difensive, il pm Stefano Latorre ha chiesto la condanna del De Paoli - per tutti i reati a lui contestati - alla pena complessiva di anni 12 di reclusione.

L’avvocato Marcello Caci del Foro di Sondrio, difensore dell’imputato, dopo aver evidenziato "l’inconsistenza del quadro probatorio e comunque l’infondatezza delle contestazioni mosse nei confronti del mio assistito", ne ha chiesto l’assoluzione. Il Tribunale disattendendo le richieste del pm e ritenendo meritevoli di accoglimento le tesi esposte dal difensore, ha assolto l’imputato dai reati più gravi (capi B, D, E ed F) e lo condannava per i soli capi A) e C), resistenza a pubblico ufficiale e minaccia a mano armata nei confronti del figlio, alla pena finale di mesi 7, riservando il deposito della motivazione nel termine di giorni 90. L’avvocato Caci all’esito ha dichiarato: "Sono molto soddisfatto della decisione; il Tribunale di Sondrio ha fatto chiarezza su una vicenda che aveva gettato ingiustamente discredito sul mio assistito".