SONDRIOInvestimenti milionari in tecnologia diagnostica, ma anche in campo di edilizia sanitaria, oltre a nuovi criteri organizzativi per sopperire alla mancanza di medici mediante il "metodo" Niguarda, ovvero la "clausola" nei bandi per le assunzioni di nuovi camici bianchi che prevede che questi lavorino al 50% a Milano e al 50% nelle strutture della provincia scoperte di specialisti. In questo modo, per esempio, il pronto soccorso di Livigno può già contare su sette ortopedici e altri specialisti saliranno in Alta Valle per gestire l’Emergenza-Urgenza e garantire così continuità dei livelli di assistenza ora carenti. Tra le legacy - o eredità, che dir si voglia - dei Giochi olimpici invernali 2026 a cui manca davvero sempre meno ci saranno anche servizi sanitari migliori per la provincia di Sondrio. Lo ha assicurato ieri l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso che, con il direttore generale del Welfare Mario Melazzini, il neodirettore generale dell’Ats della Montagna Monica Anna Fumagalli, Ida Ramponi, a propria volta neo dg dell’Asst Valtellina Alto Lario e Corrado Scolari, suo omologo dell’Asst della Valcamonica, hanno incontrato gli stakeholder del territorio in un tour che prevede tappe anche a Sondalo, Bormio e Livigno in quella che è stata definita "un’occasione di confronto e programmazione per il futuro dei servizi sanitari in una delle aree più complesse della Lombardia". "Chi dice con diffidenza che si tratta di investimenti in vista delle Olimpiadi non sbaglia. A ottobre avremo la visita del CIO, il Comitato olimpico internazionale – ha dichiarato Alberto Zoli, che oltre ad essere dg del Niguarda è il direttore sanitario per la Lombardia dei Giochi a cinque cerchi – e tutto dovrà funzionare alla perfezione". "Così è già stato a Bormio nel corso delle gare di Coppa del mondo di fine dicembre, dove gli infortuni assai seri di due atleti sono stati gestiti in modo eccellente e sono arrivati apprezzamenti anche da autorità straniere che erano coinvolte", gli ha fatto eco l’assessore Bertolaso. "Ma ciò che è bene che tutti sappiano è che la stessa organizzazione e lo stesso livello assistenziale i cittadini di Valtellina, Valchiavenna, Valcamonica e Alto Lario li avranno anche quando la fiaccola olimpica prenderà un’altra direzione: in questo senso si parla di legacy e per questo è fondamentale lavorare insieme per valorizzare quanto fatto fino ad oggi e affrontare le sfide che ci attendono". Bertolaso ha infine tagliato corto sui cambi dei manager. "Cambiamenti fisiologici e necessari, ho deciso io e mi prendo ogni responsabilità di queste scelte, ha detto anche rispondendo alle preoccupazioni espresse dal sindaco del capoluogo. E, prima di spostarsi verso l’Alta Valle, una sorta di promessa per le liste d’attesa: "Il mio obiettivo è quello di eliminare le situazioni più critiche prima dell’inizio delle Olimpiadi". Sara Baldini
CronacaVerso le Olimpiadi invernali. I Giochi portano in Valle anche soldi per la sanità