Una vita con la Croce rossa. Il mezzo secolo del Bomba

Il sondriese Serafino Bombardieri, 69 anni, è stato premiato dal sodalizio. Nonostante un arto amputato ha continuano a lavorare per il soccorso.

Una vita con la Croce rossa. Il mezzo secolo del Bomba

Una vita con la Croce rossa. Il mezzo secolo del Bomba

Cinquant’anni di dedizione, impegno e servizio al prossimo. È stato festeggiato in grande stile Serafino Bombardieri, sondriese, classe ’55, per tutti "Il bomba", per il mezzo secolo di anzianità e di eccellenza nella Croce rossa italiana di Sondrio. Un diploma ampiamente meritato ricevuto direttamente dalle mani della presidente Cri, Giuliana Gualteroni.

Del resto basta il suo nome, noto a tanti del settore, per spalancare un mondo professionale fatto di rigorosa qualità in Croce rossa. Un vero pilastro. Preciso, inossidabile, sempre pronto a sfoderare anche quell’empatia speciale che solo chi ha cuore il prossimo possiede, caratteristica dei tanti eroi silenziosi della Cri. Le sue mani hanno trasportato incessantemente barelle, guidato ambulanze, ma soprattutto sorretto microfoni radio come delegato tecnico provinciale per le telecomunicazioni tanto determinanti nel soccorso. Un grande esperto della radiocomunicazione che ha saputo portare numerose innovazioni. Per questo e tantissimi altri motivi ha ricevuto anche la medaglia. Restio alla celebrazione di quanto gli appare naturale conseguenza del suo impegno professionale di aiuto, Serafino Bombardieri si emoziona nel ricordare i suoi primi anni in Cri. "Sono grato di aver ricevuto questo riconoscimento. Con me sono state premiate anche Ida Casalini e Marcellina Cristini. Sono entrato a far parte della Cri nel 1971 come Pioniere - spiega - Nel 1973 l’allora presidente Carini mi inserì nel gruppo dei Volontari del soccorso. Dal 1981 ho prestato aiuto come soccorritore sulle autoambulanze. Oggi sono volontario attivo. Purtroppo il 1 febbraio del 1981 sono stato coinvolto in un incidente stradale che mi ha causato l’amputazione della gamba sinistra, ma nonostante tutto la Croce rossa mi ha dato la possibilità di potermi ancora esprimermi grazie alle telecomunicazioni". Tanti ricordi preziosi come quando nel 1976 "fui con altri volontari ad intervenire per il terremoto del Friuli. Noi fummo destinati a Gemona. Nel 1983 a fronte dell’evento calamitoso della frana di Tresenda (ricordiamo i 17 morti e numerosi feriti) le nostre comunicazioni radio supportarono egregiamente lo svolgimento delle operazioni di soccorso. Nel 1985, invece, in occasione dei campionati mondiali di sci a Bormio, in collaborazione con la Ctnr (Commissione tecnica nazionale radiocomunicazioni della Cri) si realizzò un fattivo coordinamento degli interventi di pronto soccorso. Durante l’alluvione del 1987 le comunicazioni radio della Cri risultarono determinanti".

Gabriela Garbellini