
Ancora poche settimane di tempo per sciare e ciaspolare in Valmalenco
Sondrio – Sfide, evoluzione e futuro del settore turistico in Valmalenco. La stagione invernale sta ormai per andare in archivio, le prossime saranno le ultime settimane nelle quali gli appassionati potranno sciare, camminare e ciaspolare in Valmalenco prima che gli impianti chiudano. È tempo di riflessioni, come ricorda il direttore del consorzio turistico Sondrio e Valmalenco Roberto Pinna: “Dobbiamo riflettere sulle ragioni per cui in aree dal grande potenziale non si riesca a generare maggior attrattività nel turismo. Il nostro territorio ha un richiamo potente, è un luogo dove natura, avventura e tradizione si intrecciano creando un’esperienza unica. Eppure il turismo risulta, per certi versi, statico. Il comparto è costantemente in crescita ma c’è ancora tanto da fare. Le aree interne dovrebbero essere viste come lo spazio della possibilità, c’è bisogno di un cambio di passo e di prospettiva. Bisogna evolversi in sinergia con gli altri territori e non in contrapposizione”.
“In un recente passato – rimarca Pinna – si sono sviluppati percorsi cercando la rincorsa o l’imitazione di altri, senza un reale coinvolgimento delle comunità e delle loro potenzialità. Bisogna ripartire dai territori e dalle loro reali esigenze. Continuare a rincorrersi tra destinazioni, anche geograficamente lontane, o continuare a non sostenere una mancanza di coordinamento tra gli stakeholder per la costituzione di una destinazione turistica unitaria non è sicuramente un bene per un settore strategico come il turismo”.
Il sistema montagna, rileva il direttore, è un asset in crescita, prevalentemente per quel che riguarda i mercati esteri. “Per continuare a intercettare questo flusso – aggiunge Pinna – occorre un sistema reattivo capace di mediare tra domanda e offerta. I consorzi svolgono un ruolo essenziale, danno struttura all’interesse verso le destinazioni territoriali, trasformandole in un prodotto appetibile. Il futuro del turismo montano passa quindi dalla volontà di valorizzare azioni e strategie come motori di sviluppo economico e culturale con una attenzione verso la capacità reale di integrarli in una visione più ampia e attenta all’ambiente e nella volontà di sviluppo delle comunità locali”.