Tartano, rimborsi spese gonfiati? Indagato il sindaco Barbetta

L’indagine, rimasta a lungo blindata, sarebbe stata innescata da un esposto presentato nel 2014 da un esponente di spicco della minoranza in Comune di MICHELE PUSTERLA

Il sindaco di Tartano, Oscar Barbetta

Il sindaco di Tartano, Oscar Barbetta

Tartano (Sondrio), 17 gennaio 2015 - Da qualche tempo era chiaccherato, poi una prima svolta: «Due ispettori della sezione di Polizia di Stato in servizio alla Procura di Sondrio si sono presentati per acquisire documenti relativi a rimborsi spese a favore del sindaco di Tartano, Oscar Barbetta. Se siamo sicuri? Sicurissimi. È sotto inchiesta». Abbiamo approfondito fra altri residenti ed è emerso che lui, al 2° mandato, è indagato perchè si sarebbe fatto rimborsare dei soldi senza averne diritto. L’indagine, rimasta a lungo blindata, sarebbe stata innescata da un esposto presentato nel 2014 da un esponente di spicco della minoranza in Comune. Un caso, dunque, «scottante», di quelli di cui solitamente si occupa il «mastino» del Palazzo di giustizia, il sostituto Stefano Latorre. Non sappiamo, al momento, se sia lo stesso magistrato a occuparsi anche di questo fascicolo, ma potrebbe essere che l’inchiesta abbia ricevuto ora un impulso dopo che la toga ha finito di seguire il lungo processo-Passamonti.

Il pm potrebbe avere incaricato la Pg di effettuare, in alcuni enti pubblici, delle acquisizioni documentali per approfondire la posizione di Barbetta, impiegato nella sede di Sondrio della regione Lombardia. E, nel corso dell’indagine, volta a stabilire la legittimità o meno di tali rimborsi - per una cifra complessivamente assai modesta, inferiore ai 5mila euro - l’attenzione degli investigatori si sarebbe attestata su alcune pezze giustificative sospette, relative a trasferte di lavoro a Milano, nelle vesti di «numero 1» del Municipio. Non solo: a richiamare ancora di più l’interesse di chi indaga, la circostanza che a compilare e a predisporre i rimborsi avrebbe provveduto lo stesso sindaco. Da qui pensiamo che le ipotesi di reato a suo carico possano essere quelle di abuso d’ufficio e truffa. Ma non è da escludere che ci sbagliamo e che il titolare dell’inchiesta, invece, abbia optato per un’ipotesi di peculato, più rispondente ai fatti. I soldi, del resto, sarebbero stati nell’immediata disponibilità del presunto indagato. In ogni caso, lo ripetiamo: essere «avvisati», mica significa essere colpevoli. Serve massima prudenza prima di trarre affrettate conclusioni e la regola vale pure per il sindaco di Tartano.