
Uniti a favore dell’integrazione. Arriva dal Comune di Albano Sant’Alessandro, centro bergamasco di 8mila abitanti, un’interessante proposta che abbatte la divisione che esiste da sempre in Italia tra il centrodestra e il centrosinistra sullo spinoso argomento dell’integrazione dei cittadini stranieri: la cittadinanza onoraria ai figli - under 18 -di immigrati, che sono nati in Italia e residenti ad Albano, una sorta di “ius soli“, ma onorario, quindi simbolico. A proporre l’iniziativa, gli amministratori del gruppo consiliare di maggioranza “Riparti Albano“, una lista civica a tutti gli effetti, visto che è guidata dal sindaco Gianmario Zanga di Fratelli d’Italia, che ha come vice un esponente del Partito democratico, Fabrizio Mologni. Al di là delle differenze di colori politici, questo gruppo eterogeneo è unito dai valori dell’inclusione e dell’integrazione. "La cittadinanza onoraria - spiega il sindaco Zanga -non dà particolari diritti, ma grazie a questa iniziativa stiamo mandando un messaggio chiaro ai bambini stranieri, che sono nati in Italia, rispettano le nostre regole, le nostre leggi e il senso civico. Vogliamo dire loro che per noi, anche se non hanno ancora la cittadinanza, sono italiani. Fanno parte della nostra comunità. Ma è un segnale chiaro anche ai nostri politici". Attualmente i bambini e le bambine figli di stranieri, che nascono in Italia, possono ottenere la cittadinanza in due modi: in seguito alla cittadinanza attribuita ai genitori dopo dieci anni di residenza legale, o con una richiesta di cittadinanza effettuata al compimento del diciottesimo anno di età. Intanto, il 4 maggio ad Albano è prevista la consegna della copia della Costituzione ai diciottenni e, come primo step, la consegna della cittadinanza onoraria ai 23 ragazzini e ragazzine che frequentano la terza media, nati da genitori stranieri. Stranieri che ad Albano rappresentano il 13,5% della popolazione residente e 229 sono minorenni. "Siamo partiti da alcuni dati - rivela il vicesindaco Fabrizio Mologni : ad Albano sono residenti 1.100 stranieri. Abbiamo valutato le diverse modalità di comportamento e abbiamo escluso l’emarginazione che porta intolleranza, crea tensione e insofferenza. E abbiamo scelto la via dell’integrazione". Michele Andreucci