FULVIO D'ERI
Cronaca

Strage di caprioli uccisi dai cani lasciati liberi: l’allarme degli esperti

"Ogni settimana al Cras arrivano uno o due caprioli azzannati su tutto il corpo. Le ferite sono tali che nessuno sopravvive"

La denuncia è del Servizio Faunistico e della Polizia Provinciale

Sondrio, 10 febbraio 2021 - Cani ancora sotto accusa. O, meglio, sotto accusa ci vanno i padroni dei cani che lasciati soli nei boschi, azzannano i caprioli e la selvaggina in generale portandola alla morte. La denuncia è del Servizio Faunistico e della Polizia Provinciale che hanno formulato una nota per cercare di contenere e debellare, diciamo così, questo fenomeno rilevato dalle foto trappole piazzate sul territorio. I rilevatori mostrano chiaramente un capriolo che, tranquillamente, gironzola e mangia alcune gemme. Poi si vede il capriolo in allarme per l’arrivo di un cane che lo insegue deciso, lo raggiunge e lo morsica in più punti ferendolo gravemente. Una serie di ferite che, purtroppo, si rivelerà mortale per un animale come il capriolo che, pur essendo molto agile e capace di inerpicarsi su pareti scoscese, non è assolutamente un buon corridore. La sua struttura corporea, infatti, non gli permette di sopportare lunghi tratti di corsa, e con la neve al suolo è ancor più in difficoltà. "Ogni settimana, purtroppo, al CRAS (Centro per il recupero della fauna selvatica), arrivano uno o due caprioli feriti, azzannati su tutto il corpo.

Le ferite sono tali che, nonostante tutti gli sforzi dei veterinari e del conduttore del Cras, praticamente nessuno sopravvive. Anche i cani di piccola taglia possono essere molto pericolosi per un capriolo. Se due cani si uniscono per rincorrerlo, infatti, riescono rapidamente a braccarlo e fermarlo. Se poi imparano a inseguire e azzannare il capriolo, assaporano il gusto del sangue, e rinforzano sempre di più questo pericoloso comportamento. Non è il cane che è "cattivo", ma inevitabilmente l’odore del selvatico lo attira, e spetta a noi vigilare sul suo comportamento e fare in modo che non rincorra gli animali. Ogni volta che un capriolo muore sbranato dai cani la colpa è dell’uomo che non ha educato correttamente il proprio cane, lasciandolo libero di scorrazzare in un ambiente naturale dove gli animali selvatici hanno bisogno di pace e di rispetto, tanto più in questo periodo per affrontare il lungo inverno". L’invito quindi è rivolto a tutti i proprietari di cani affinché tengano il loro amico al guinzaglio anche nei boschi o che perlomeno lo tengano sotto controllo così che non attacchi la fauna selvatica, particolarmente fragile in questa stagione assai nevosa.

«In conclusione , non facciamo l’errore di pensare che sia sempre colpa dei cani degli altri quando troviamo caprioli feriti o uccisi dai cani. Se sul sentiero lasciamo libero il nostro cane e non lo vediamo tornare immediatamente, è molto probabile che abbia fiutato la presenza di un animale selvatico e che cerchi di rincorrerlo. E in questo periodo gli animali sono spesso a quote più basse, la neve li spinge a scendere anche vicino alle case, a sfruttare le zone aperte dove c’è meno neve, dove possono trovare qualcosa da mangiare. Ogni corsa, ogni fuga che fanno per colpa nostra, è una possibilità in meno di passare l’inverno. Non dimentichiamolo".