Stagione venatoria: ripartenza tutta in salita

Il Tar sospende alcune parti del calendario dopo il ricorso della Lac

Migration

di Federica Pacella

La stagione venatoria parte in salita, con la sospensione di alcune parti del calendario regionale da parte del Tar su ricorso della Lega abolizione caccia. La sezione quarta del Tar di Milano ha, infatti, accolto l’istanza cautelare formulata dalla Lac, relativa ad alcune parti del calendario venatorio approvato dalla Giunta regionale il 14 giugno scorso.

Viene quindi posticipata all’1 ottobre la caccia a beccaccino, frullino, gallinella d’acqua, folaga, porciglione, germano reale, alzavola, codone, fischione, mestolone, marzaiola, canapiglia, tordo bottaccio e beccaccia. Per la beccaccia, specie in declino tanto che esiste un piano di gestione nazionale in gran parte inattuato dalla Lombardia, è stato inoltre fissato un carniere massimo stagionale per ciascun cacciatore pari a 20 capi. Il Tar ha accolto la posizione della Lac, secondo cui la Regione aveva autorizzato la caccia in aperto contrasto con il parere obbligatorio dell’Ispra, che riteneva maggiormente idonea un’apertura generale della caccia programmata a tutte le specie ornitiche (e di piccola selvaggina) per l’1 ottobre 2022, per favorire un più completo sviluppo degli ultimi nati. "È inammissibile che la Regione Lombardia ogni anno forzi le regole a favore dei cacciatori e che reputi la fauna selvatica solo merce di scambio elettorale", il commento della Lac, seguita dallo studio legale Lizona di Milano. L’udienza di merito della causa è stata fissata alla data del prossimo 29 novembre. Nei giorni scorsi, la Lac ha invece rinunciato alla pronuncia del ricorso sul mancato divieto di caccia per la siccità, anche se l’associazione sottolinea che, proprio la situazione climatica, "rende altamente vulnerabile la fauna selvatica rispetto ad ulteriori diverse pressioni. La situazione è ancora peggiore per la tipica fauna alpina e gli uccelli migratori che troveranno in molte delle tradizionali aree di sosta e alimentazione situazioni altamente mutate". Non si è fatta attendere la reazione di Federcaccia (20mila le doppiette nel Bresciano). "È sconfortante vedere che quanto i giudici consentono in altre regioni viene negato ai cacciatori lombardi. Ma la cosa più incredibile è che il Tar abbia sospeso un atto non impugnato (il calendario integrativo), sostenendo che la Regione non abbia motivato l’apertura al 18, dopo che aveva speso 20 pagine di motivazione solo su questo punto".