Durante gli scavi per la realizzazione della rete di depurazione, la terra ha restituito diversi scheletri umani o quel che ne rimane. Risalirebbero al periodo medioevale. Le spoglie sono state trovate a Onno di Oliveto Lario, sul lago di Como. I resti erano in una sorta di tomba, delimitata da grossi sassi ai lati e ricoperta da una lastra di pietra. Ad accorgersene è stato l’archeologo di cantiere. I lavori sono stati immediatamente sospesi. Sul posto sono poi arrivati gli archeologi della Soprintendenza per un sopralluogo e per completare l’intervento per portare alla luce l’intero sito. Un rinvenimento analogo è avvenuto anche a Civate, durante gli scavi per la realizzazione dell’adduttrice dell’acquedotto intercomunale, vicino all’antica chiesa dei santi Nazaro e Celso, dove sono stati trovati uno scheletro sempre umano e varie ossa sparse, senza alcun segno di sepoltura. Anche in questo caso i lavori sono stati temporaneamente bloccati. Nè a Oliveto né a Civate è stato trovato altro, come suppellettili funerarie, piuttosto che scampoli di vestiti o gioielli.
Secondo gli esperti si tratta di rinvenimenti che sono quasi all’ordine del giorno. Non deve stupire che in un’unica possibile tomba siano stati trovati i resti potenzialmente di sei persone, come a Oliveto, oppure di ossa mischiate tra loro come a Civate. Un tempo spesso le persone venivano seppellite nella nuda terra e anche alla rinfusa vicino alle chiese o nei luoghi ritenuti sacri: si scavavano le fosse senza prestare troppa attenzione a eventuali altre precedenti sepolture, che magari non erano nemmeno individuabili perché mancavano le lapidi; oppure le tombe venivano riutilizzate per altri. Per questo capita spesso di trovare spoglie sparpagliate o pesantemente danneggiate o ammucchiate, lasciando desumere ai profani che si tratti di sepolture familiari.
"Al momento non abbiamo riscontri sulla valenza dei ritrovamenti" spiegano intanto da Lario Reti Holding. D.D.S.