Sos fauna ittica, anche per colpa dei cormorani

Per ora non si sono ancora registrate grosse perdite di pesci nel Bresciano

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Per ora non si sono ancora registrate grosse perdite, ma qualche moria di pesci rimasti all’asciutto nei canali della bassa sono un indice dello stravolgimento che la siccità sta creando anche nella fauna ittica. Ad avere il termometro della situazione sono soprattutto i pescatori, preoccupati sia di ciò che potrà accadere nelle prossime settimane, ma anche delle ripercussioni a lungo periodo sull’ecosistema. "Fortunatamente questo non è un periodo di riproduzione – spiega Fabrizio Oliva, presidente dell’Unione pescatori bresciani – altrimenti il danno sarebbe stato peggiore. Noi avevamo in cantiere una campagna di recupero delle uova di alborella in Valvestino da far rinascere nel Garda, dove è importante per la catena alimentare. Abbiamo dovuto desistere, perché il livello di Valvestino si è abbassato talmente velocemente che non si è potuto far nulla. Nella bassa bresciana, invece, sono stati ritrovati esemplari morti in canali asciutti. A Orzinuovi, il calo della falda ha portato le pompe dell’incubatoio in asciutta, costringendo i pescatori a rimettere tutto nel fiume. Anche sui monti, la grande sete minaccia la fauna ittica. "All’incubatoio di Angolo – racconta Walter Corini, presidente Consorzio pescatori Val Camonica – abbiamo dovuto far uscire circa la metà delle 100mila trote fario e un terzo delle 60mila trote marmorate, su indicazione dell’ittiologo che ha misurato l’ossigeno, perché avevano meno di un litro di acqua in ingresso ed in uscita. L’acqua poi è aumentata un pochino con le piogge di fine maggio, ma le condizioni sono ancora sotto la media". "Dal nostro punto di vista – conclude Oliva - il problema grosso per la fauna ittica restano comunque i cormorani, che hanno avuto un’esplosione demografica. Anche i prelievi ed i rilasci per l’idroelettrico sono un problema, perché impattano sulla riproduzione".

Federica Pacella