REDAZIONE SONDRIO

Smaltimento degli inerti. Problema vecchio per il nuovo prefetto

Sondrio, l’incontro con Confartigianato. Sono tanti i nodi da sciogliere "La tangenziale di Tirano poteva accogliere materiale, ma arriva dal Lario".

Smaltimento degli inerti. Problema vecchio per il nuovo prefetto

A destra del nuovo prefetto di Sondrio Anna Pavone è seduto Gionni Gritti numero uno degli Artigiani

Si apre uno spiraglio per la risoluzione del problema relativo allo smaltimento degli inerti. Finalmente. Questa è la sensazione di Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Sondrio, dopo l’incontro col prefetto Anna Pavone che, nei giorni scorsi, ha incontratoi vertici dell’associazione di categoria per approfondire alcune problematiche e criticità. Nel corso della giornata si è parlato dei problemi della viabilità stradale, della rete ferroviaria, della carenza di personale nelle imprese di tutti i settori e la correlazione con il fenomeno migratorio. Di legalità, del rispetto delle normative e delle regole, aspetti cruciali "per garantire una competizione leale fra le imprese". Ma si è discusso anche dell’annosa questione relativa allo smaltimento dei materiali inerti da parte delle imprese valtellinesi che non sanno dove portare il materiale prodotto nel corso di costruzione di nuovi edifici, di ristrutturazioni e, in generale, di tutti i lavori edili, per rendere facilmente comprensibile la questione.

"Quello dello smaltimento dei materiali inerti è un grandissimo problema – ci ha detto Gionni Gritti – che non si riesce proprio a risolvere. Devo dire che il prefetto Pavone si è dimostrata molto attenta alla questione". Cantieri come quelli olimpici avrebbero potuto essere uno "sfogo" per gli edili. La tangenziale di Tirano, tanto per fare un esempio concreto, avrebbe potuto dare una mano in tal senso. "E invece non è così. Tempo fa avevamo chiesto ad Anas di usare i materiali inerti prodotti e stoccati in provincia di Sondrio ma loro hanno preferito altre soluzioni, importandole dalle province limitrofe, da alcune zone del lago di Como". Fulvio D’Eri