EMILIO
Cronaca

Semm a tècc. Pericolo scampato

Carletto e il Cesarino raccontano un'avventura a Milano alla ricerca di un amico in clinica. Dopo varie peripezie, trovano finalmente la strada desiderata. Il termine "semm a tècc" simboleggia la risoluzione di un problema.

Magni

Due dei più assidui frequentatori del "canton di ball", l’angolo della piazza dove amano ritrovarsi alcuni anziani per una chiacchierata, Carletto e il Cesarino hanno raccontato, tra i sorrisi ironici degli altri, una loro recente assai complicata avventura a Milano, dove si erano recati per incontrare un amico degente in clinica. Giunti in treno, hanno cercato la via dell’ospedale, ma essendo assai imbranati (come un po’ tutti i provinciali che si avventurano nella metropoli), sono subito precipitati in un marasma fantozziano. Gira di qua, gira di là, la fatale strada agognata restava un mistero. Pur interpellate varie persone, l’agognata meta era una chimera. Finalmente dopo precisa indicazione di un vigile urbano (sentito addirittura anche quello) davanti allo sguardo esasperato del Carletto si è materializzata la targa con il nome della strada che cercavano. "Basta semm a tècc, menu mall", ha quasi urlato Carletto all’esterrefatto Cesarino, il quale pure lui è uscito con un: "Menu mall", liberatorio. "Semm a tècc", è modo di dire, un tempo molto usato, che ha parecchi significati, un po’ tutti simili fra loro. "Abbiamo risolto un problema", è quello che li racchiude tutti. Il più adoperato e all’origine di tutto era per dire: "Abbiamo trovato finalmente un tetto che ci protegge dalla pioggia". Era anche: "Siamo finalmente protetti, fuori pericolo", e del caso del Carletto a Milano: "Abbiamo finalmente trovato la via che cercavamo, insomma è stato risolto un problema, Siamo a tetto". Mi ricordo però mio padre che una volta, tanti anni fa, adoperò questo modo di dire in senso meteorologico, ovvero nel tono più naturale. Stavamo scarpinando in montagna e il tempo era minaccioso. Prese a piovere a dirotto e il papà, per fortuna vide non molto lontana una capanna dei contadini di montagna. Correndo la raggiungemmo e appena dentro il papà gridò tutto soddisfatto: "Menu mall semm a tècc". La giornata era fortunata perché smise di piovere poco dopo e tornò il sole. Il "tècc" ci aveva salvato.

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