Scuole abbandonate “La cura” di Mundula le trasforma in un’opera d’arte

Barzanò, un’installazione di corde rosse “abbraccia” l’edificio "Così si richiama alla memoria storia e necessità di recupero".

Scuole abbandonate “La cura” di Mundula le trasforma in un’opera d’arte

Scuole abbandonate “La cura” di Mundula le trasforma in un’opera d’arte

BARZANÒ (Lecco)

Uno squarcio nella memoria e nel cuore di una collettività. Una ferita che attira l’attenzione e stimola il ricordo. Un’impronta enorme aggrappata a un edificio dismesso, che per intere generazioni è stato il punto di riferimento dell’educazione, della crescita, della vita sociale di Barzanò e dei Comuni circostanti. Le ex scuole elementari, gigante possente in stato di abbandono, da oggi alle 17, momento inaugurale, fino al 9 giugno, accoglieranno l’opera di land art "La cura" di Gabriele Mundula, realizzata con decine di metri di corde nautiche rosse. Un’estensione di 25 metri per 8, forse la più grande opera site specific mai realizzata in Brianza che simboleggia, con una metafora visiva di grande impatto, la ferita e allo stesso tempo il desiderio di cura dello sfregio rappresentato, urbanisticamente e per l’intera collettività, da un edificio importante, centrale, custode di un pezzo di storia, che non riesce a trovare l’attenzione che merita.

Nel suo fortissimo simbolismo, l’opera vuole "risvegliare la coscienza dei cittadini – spiega l’artista – e dar vita ad un’azione collettiva che concentri finalmente le energie necessarie per la sua risistemazione". Con il desiderio di renderlo nuovamente protagonista della vita sociale. "Ho voluto lavorare su un complesso edilizio caduto in disuso – prosegue – che è testimone non solo della storia del Comune ma di tutta la nazione. La struttura, ex scuola elementare di epoca fascista, presenta tutte le caratteristiche di quel periodo che ha segnato, e segna tutt’ora, l’identità e la memoria del paese ma il suo inutilizzo, protratto negli anni, l’ha reso praticamente un fantasma vivente. Grande, enorme, invisibile. Una ferita profonda all’interno del tessuto urbano".

Così l’installazione artistica, che ha la capacità di rendere nuovamente visibile la trasparenza prodotta dall’abitudine, diventa "la manifestazione cruda dell’enorme squarcio che questo Comune ha al suo interno e che, nonostante l’impegno profuso dalle amministrazioni che negli anni si sono succedute per riadattare l’immobile e restituirlo alla comunità, chiede ora di essere curata". Questo messaggio di bisogno di cura, rimarrà aggrappato alla facciata delle ex scuole, fino al 9 giugno, in occasione di Yarn Bombing Barzanò, il festival all’aperto della fiber art a uncinetto e maglia, che richiama centinaia di persone. "La consapevolezza da sola non basta, serve agire. Sta a noi decidere come impegnarci per mantenere in vita la nostra identità", conclude Mundula.

Paola Pioppi