Scienze, storia e giustizia. Incontri per capire la realtà

La rassegna culturale itinerante "Tierra! Nuove rotte per un mondo più umano" riparte da Stezzano, Bergamo, con incontri su alimentazione, giustizia, fragilità adolescenziale e difesa dell'ambiente. Vent'anni in vari Comuni per costruire un mondo solidale e rispettoso.

Scienze, storia e giustizia. Incontri per capire la realtà

Scienze, storia e giustizia. Incontri per capire la realtà

Dalla sana alimentazione alla giustizia, dalla fragilità umana degli adolescenti alla difesa dell’ambiente. Domani riparte da Stezzano la rassegna culturale itinerante "Tierra! Nuove rotte per un mondo più umano“, che grazie a incontri con autorevoli ospiti spazia nei vari campi del sapere, per individuare percorsi che aiutino a costruire un mondo più solidale, rispettoso della natura e dell’umanità.

La nona edizione, che si concluderà sabato 13 aprile a Brembate, prevede venti incontri in altrettanti Comuni della Bergamasca che fanno capo ai Sistemi bobliotecari intercomunali di Dalmine e dell’area Nord-Ovest, promotori della rassegna. La kermesse parte dunque domani dall’auditorium Moscheni della scuola Nullo di Stezzano con Franco Berrino, medico e maestro della sana alimentazione che interverrà sul tema “Accorgersi di vivere“.

Sabato 24 a Urgnano (castello Albani) si parla di chimica applicata al quotidiano con Marco Martinelli, divulgatore scientifico, per superare la diffidenza che spesso accompagna questo campo del sapere. “Credere nella giustizia“ è il tema affrontato martedì 27 febbraio a Dalmine con Gaia Tortora, Claudia Zilioli, Andrea Moltrasio e Michele Padovano: esperienze di vita vissuta di chi ha dovuto combattere per affermare la propria innocenza. Lo scrittore e giornalista Giordano Bruno Guerri, invece, mercoledì 28 all’auditorium di Erno d’Isola in “Una narrazione lunga miliardi di anni“ ripercorre gli eventi più importanti della storia, mentre chiude gli incontri di febbraio Claudio Tognozzi (giovedì 29, biblioteca di Filago) che racconterà la storia della ferrovia della Valle Brembana.

Michele Andreucci