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Scerscen, meraviglia sotto i piedi Chilometri di grotte per i turisti

Veronica è lunga 638 metri, Morgana 877 e scende per 123 metri, insieme alla Tana dei Marsooi formano le tre grotte dello Scerscen, scoperte negli anni ottanta ai piedi del Bernina, a quasi 2700 metri di quota, nel comune di Lanzada. Riparate da fenomeni di erosione e di alterazione attivi in superficie, le grotte conservano al loro interno tracce della storia geologica del territorio quali minerali, sedimenti e fossili. Un patrimonio di sapere che attende soltanto di essere rivelato attraverso una ricerca finanziata dal progetto Interreg “B-ICE & Heritage“, programma di cooperazione tra Italia e Svizzera promosso da Regione Lombardia. Un progetto che apre la strada a nuove proposte di turismo che fanno perno sulla cultura e sull’ambiente, le peculiarità che distinguono il territorio della Valmalenco.

Sotto la guida della responsabile Paola Tognini, durante l’estate sono state organizzate due diverse spedizioni, formate da ricercatori e speleologi, per esplorare le tre cavità che si aprono in una bancata di marmi dolomitici, dello spessore di circa duecento metri, che spiccano candidi nel paesaggio. "L’obiettivo - dice Paola Tognini - è quello di offrire l’opportunità di conoscere le grotte e l’affascinante mondo sotterraneo anche a chi non può visitarle di persona, preservando nel contempo il delicato ambiente di grotta da un numero eccessivo di visite. Vorremmo inoltre lanciare un messaggio ai frequentatori della montagna: l’ambiente sotterraneo è fragile e delicato, la spazzatura che, magari senza riflettere, abbandoniamo in buchi e cavità potrebbe inquinare in modo anche grave questo ambiente e le sue acque". Una divulgazione mirata per mantenere il fragile equilibrio ambientale per il tramite del museo che si arricchirà di una sala dedicata alla speleologia e alle grotte della Val di Scerscen. Il Comune di Lanzada punta molto sulla valorizzazione delle grotte dello Scerscen, luogo incontaminato dove la natura è assoluta padrona, e il sindaco Cristian Nana, che ha visitato le tre cavità insieme alle spedizioni di ricercatori e speleologi, si è assunto un impegno preciso.

"Vogliamo avviare un percorso di valorizzazione delle grotte, mirabili opere della natura che hanno grande importanza per la storia geologica dell’alta Valmalenco - sottolinea -. Tutti i progetti che stiamo promuovendo per la valorizzazione del nostro patrimonio rappresentano un volano per l’economia e lo sviluppo del territorio. La visita a questi ambienti bellissimi ma fragilissimi è consigliata a frequentatori esperti della montagna: per questo motivo verrà allestita, all’interno del museo minerario della Bagnada, una sala dedicata alla speleologia e alle tre grotte.

Fulvio D’Eri