San Giacomo Filippo, micro-cariche per contenere la frana

La Strada statale 36 aperta solo in tre fasce orarie

Un pompiere all’opera sul materiale sceso sabato all’altezza del Santuario di Gallivaggio

Un pompiere all’opera sul materiale sceso sabato all’altezza del Santuario di Gallivaggio

San Giacomo Filippo (Sondrio), 17 aprile 2018 - Le ultime notizie relative alla frana dei giorni scorsi sulla statale 36, all’altezza del Santuario di Gallivaggio, nel comune di San Giacomo Filippo, provengono dalla Prefettura di Sondrio. Alla presenza del prefetto e dei vertici delle forze dell’ordine, dei rappresentati dei comuni interessati ed enti impegnati alla gestione della criticità, dopo la relazione di Severino De Stefani (presidente della Comunità Montana Valchiavenna e sindaco di San Giacomo Filippo) che ha illustrato quanto compiuto nell’immediatezza e dopo che i geologi hanno rimarcato la criticità della situazione e la chiusura dei lavori di disgaggio, è stato constatato un lieve rallentamento del movimento franoso nelle prime ore di ieri.

Dopo attenta disamina, e grazie ai dati forniti dai geologi, si è convenuto di valutare la possibilità di intervenire con distacchi mirati della parte superiore del corpo franoso. L’intervento dovrebbe durare un mese. Tuttavia, persistendo la criticità, si è deciso di tenere chiusa la strada, prevedendo tre finestre di apertura, dalle 6 alle 8, dalle 12 alle 14 e dalle 18 alle 20, compatibilmente con le segnalazioni quotidiane del Centro Monitoraggio Arpa. Le aperture saranno presidiate a turno, dalla Polizia locale nella fascia dalle 12 alle 14, e dalle forze dell’ordine nelle restanti finestre, oltre che dal personale di Anas h24 e, saltuariamente, dai volontari della Protezione Civile. Confermata la presenza di un’ambulanza e di un elicottero. Se la situazione dovesse diventare critica, una équipe medica rianimatoria sarà collocata stabilmente a Campodolcino. I residenti continuano a essere preocupati. «Non tanto per la frana, ma se scende e impediscono il traffico, noi rimaniamo bloccati», dicono in tanti. I timori sono molti, sia per la sicurezza, sia per le conseguenze della situazione attuale ancora priva di certezze. 

«Il disagio è notevole. Si è costretti a camminare lungo un sentiero sconnesso e difficile da percorrere nelle migliori condizioni, che costeggia il torrente, per circa 50 minuti, attraversare un ponticello costruito per l’occasione e continuare... come? A piedi? In macchina? Non c’è alcuna navetta per condurci a Chiavenna o viceversa a Madesimo. Siamo sicuri poi che la frana si fermi? E se arriva ancora pioggia o altro, che si fa?» Tante le domande che si pongono i residenti bloccati e poche le risposte certe. «Qui non c’è alcuna alternativa. Il problema c’è. Sempre meno gente rischia di venire per la paura di rimanere bloccata, il passo è chiuso da parte svizzera e, se chiudono anche a valle siamo fritti. Per ora stiamo tranquilli, la stagione invernale è ormai alla fine. Speriamo non venga rovinata quella estiva».