"Ricostruzione virtuale della cannoniera di San Michele: un viaggio nel passato grazie alla tecnologia 3D"

Un tour virtuale della cannoniera di San Michele a Bergamo, ricostruita in 3D dall'Università locale. Una fusione di scienza e arte per valorizzare il patrimonio storico.

Un tour virtuale all’interno della cannoniera di San Michele, punto difensivo e strategico delle Mura venete, tra bombardieri e armigeri alle prese con cannoni, buttafuoco, picche e alabarde. Un video in 3D, realizzato dal Dipartimento di Ingegneria e scienze Applicate dell’Università di Bergamo, consente questa esperienza immersiva dentro la cannoniera, per come doveva essere alla fine del ‘500. Il progetto, che è stato presentato giovedì pomeriggio nell’ambito delle conferenze organizzate e promosse dal Museo delle storie di Bergamo, in occasione della mostra “Le Mura nella Storia. Tesori di una città-fortezza del Rinascimento“ (aperta fino al 17 marzo al Museo del Cinquecento, in Città Alta), nasce dallo studio delle fonti documentarie. Seguito dalla precisa mappatura condotta su modelli digitali, copie fedeli della realtà ottenute grazie alla tecnologia 3D laser scanner e fotogrammetria Hdr. Al video è stato dedicato l’incontro “Dentro le Mura: studi e rilievi per una ricostruzione virtuale della cannoniera di San Michele“, al quale hanno partecipato i professionisti che hanno lavorato alla realizzazione della ricostruzione: Alessio Cardaci (Università degli Studi di Bergamo), GianMaria Labaa (Comitato scientifico della mostra “Le Mura nella Storia. Tesori di una cità-fortezza del Rinascimento“) e Francesco Sala (digital illustrator).

"La ricostruzione 3D della cannoniera – ha spiegato Cardaci nel suo intervento – è stata condotta su modelli digitali. La restituzione delle corrette geometrie è stata possibile attraverso l’uso della nuvola di punti 3D laser scanner. Le architetture originali sono state restaurate virtualmente e reintegrate nelle parti oggi non più esistenti perchè distrutte".

"Il video è un prodotto divulgativo - ha invece sottolineato Sala -.La commistione tra dato scientifico e suggestione artistica ha permesso di collocare nello spazio virtuale i reperti visibili in mostra e quindi di riconoscerli e apprezzarli all’interno di un contesto ricostruito attraverso modelli tridimensionali". "Quanto è stato realizzato dall’Università di Bergamo – ha commentato l’architetto Labaa – è utile anche per riflettere del miglior destino che si può dare a questo affascinante spazio".

Michele Andreucci