
I piloti. Sullo sfondo le montagne malenche
Chiesa in Valmalenco (Sondrio) – Motori spenti domani, giorno delle esequie di Papa Francesco, il 68° Rally Coppa Valtellina si svolgerà comunque domenica, con gran finale confermato a Chiesa con la prova show e le premiazioni intorno alle 18. E proprio dalla nota guida alpina della Valmalenco Michele Comi arriva una dura bordata al Coppa Valtellina, definita “una corsa fuori luogo e fuori tempo”. “La Valmalenco non ha bisogno di un rally per raccontarsi, ha bisogno di chi la attraversa con rispetto, di chi ne studia gli angoli nascosti e ne segue le tracce sulla neve. Ha bisogno di visione, non di fumo. Di coraggio, non di gas di scarico”, argomenta Comi, riferendosi a questo evento che “anno dopo anno, pare ostinarsi a occupare uno spazio che non gli appartiene più, né culturalmente, né ecologicamente.
Mentre si moltiplicano i proclami sulla necessità di una transizione ecologica e il mondo alpino interroga sé stesso sul senso del limite, la Valtellina sceglie – ancora una volta – la strada più rumorosa”. Comi chiarisce che la propria posizione non dipende dall’essere contro i motori o lo sport. “È una questione di misura, di contesto, di ascolto. Perché la Valmalenco e le valli attorno a Sondrio non sono piste, sono ecosistemi fragili, sono territori abitati da chi cerca un equilibrio con l’ambiente, percorsi da chi cammina per sentire il rumore dell’erba sotto gli scarponi, non lo scoppio secco di uno scarico modificato”.
“Organizzare una gara automobilistica su strade di montagna – prosegue - suona come un paradosso assordante. È un ritorno a all’idea di montagna come scenario da consumare e non da vivere. È anche un evento fuori misura: i suoi numeri, decibel, emissioni, impatto sulla fauna, mal si conciliano con un territorio che avrebbe bisogno di silenzio, ascolto e rigenerazione. Ogni tornante preso a tutta velocità è un’occasione persa per proporre un turismo diverso, più consapevole”. Il “no” di Comi si declina anche in una considerazione legata al target dei visitatori: “È difficile pensare che chi viene per il rombo dei motori si fermi a conoscere i sentieri, storia geologica, naturale e umana delle valli”.